Uomini-jet: lo sci azzurro fa back-to-back dopo 17 anni

Matteso Marsaglia (sinistra) e Christof Innerhofer festeggiano il primo back-to-back azzurro nella velocità in quasi 18 anni (AP Photo/Alessandro Trovati)

Matteo Marsaglia (sinistra) e Christof Innerhofer festeggiano il primo back-to-back azzurro nella velocità in quasi 18 anni (AP Photo/Alessandro Trovati)

Beaver Creek, provincia d’Italia? Per due giorni si. Ieri e venerdì, infatti, la Birds of Prey si è tinta indelebilmente d’azzurro. Un azzurro inaspettato e che ha posto fine a un digiuno che durava da troppo tempo.

Venerdì è stato il turno di Christof Innerhofer, capace di imporsi nella discesa libera su una delle piste più difficili del mondo. Il 28enne azzurro ha conquistato la quarta vittoria in carriera – in tre specialità diverse – in Coppa del Mondo domando il salto Golden Eagle e mettendo così in riga il norvegese Aksel Lund Svindal e il suo connazionale Jansrud. Per l’Italia il ritorno sul gradino più alto del podio di una discesa di Coppa del Mondo dopo quasi quattro anni: l’ultima volta era stato lo stesso “Winnerhofer” a imporsi a Bormio, il 28 dicembre 2008.

Ma a completare un fine settimana da sogno per lo sci azzurro maschile, in attesa del gigante odierno con Blardone e compagni impegnati, non è stato il pur ottimo quinto posto di Dominik Paris nella libera vinta da Inner. No, perché 24 ore più tardi Matteo Marsaglia ha concesso il bis, rimettendo nuovamente il tricolore in cima alla lista d’arrivo. Il 27enne nato a Roma ma trapiantato a San Sicario (Torino) ha sbarrato nuovamente la strada del successo al solito Svindal, stavolta in Super-G, conquistando in un colpo solo il suo primo podio e la sua prima vittoria in carriera nel massimo circus mondiale dello sci. A completare il trionfo azzurro un altro quinto posto, stavolta di Werner Heel.

Per l’Italia la prima vittoria in “back-to-back” di gare di Coppa del Mondo di velocità al maschile da 17 anni a questa parte. Anzi, quasi 18, visto che bisogna tornare al 25 e 26 febbraio 1995. In quel caso la Coppa del Mondo faceva tappa a Whistler Mountain, Canada, e i protagonisti erano due alfieri storici dello sci azzurro: Kristian Ghedina e Peter Runggaldier. Il “Ghedo” vinse la discesa davanti a Kjus e Ortlieb (e anche in quel caso arrivò quinto un altro azzurro, Pietro Vitalini), mentre “Runghi” completò la doppietta il giorno dopo imponendosi nel SG davanti allo statunitense AJ Kitt e all’austriaco Christian Greber.

Ma non è solo l’Italia a festeggiare risultati storici in questo week-end di sport invernali. Lindsey Vonn ha vinto la sesta discesa consecutiva a Lake Louise, eguagliando il record di successi consecutivi in una località di Anja Paerson (Maribor, Slovenia). Due vittorie che la portano a 55 in carriera, agganciando al secondo posto all-time Vreni Schneider. E la Vonn, peraltro, macina record anche in coppia. La doppia doppietta con la connazionale Stacey Cook, giunta seconda in tutte e due le discese vinte dalla regina dello sci femminile, è la prima doppietta di compagne di squadra in discese femminili di Coppa dal 1999, quando a riuscirci furono le austriache Götschl e Dorfmeister.

Tra gli uomini, invece, Svindal ha raggiunto quota 10 podi a Beaver Creek, eguagliando il record all-time di Hermann Maier. Un Maier che manca più che mai in questo momento alle aquile austriache. Per la prima volta dalla stagione ‘91/’92, infatti, il Wunderteam non è riuscito a vincere nemmeno una delle prime sei gare stagionali maschili.

Ma la storia si fa anche nello sci nordico. Marit Bjørgen ha vinto il Nordic Opening – il mini-Tour de Ski che apre la stagione da ormai tre anni – per il terzo anno consecutivo: l’ha sempre vinto da quando esiste. Ma la norvegese, arriva a 57 vittorie in carriera, quest’anno lo ha dominato come non mai. Per la prima volta nella storia, infatti, Bjørgen ha “sweepato” il Nordic Opening, vincendo tutte e tre le tappe in programma. E se questo è solo l’inizio della stagione invernale, chissà cosa ci regaleranno i prossimi mesi!

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