
Luci ridotte e Los Angeles Lakers a testa bassa durante il minuto di silenzio in campo a Washington, prima della sfida vinta contro i Wizards (Foto AP/Alex Brandon)
L’ennesimo folle, l’ennesima strage, l’ennesimo giorno di disperazione per gli Stati Uniti. Nella tragedia della scuola elementare in Connecticut hanno perso la vita 27 persone, tra cui ben 20 bambini tra i 5 e i 10 anni. E dopo un fatto così assurdo non resta altro che disperarsi o, come hanno ripetuto molti sportivi americani su Twitter, “pregare” per le vittime e per i loro parenti.

La scarpa di Kevin Durant con la scritta in ricordo delle vittime del Connecticut (Foto Jerome Miron/Usa Today)
I giocatori di basket sono tra i più presenti e di certo i più seguiti sul popolare social network. L’Nba ovviamente non si è fermata, ma la tristezza è entrata in campo e anche i giocatori non hanno potuto fare a meno di sottolineare online la loro tristezza per l’accaduto. Su tutti uno dei “Re” (è proprio il caso di dirlo, dato il suo soprannome) della pallacanestro a stelle e strisce, Lebron James, fenomeno dei Miami Heat, che non si limita a disperarsi ma immagina “come sarebbe stato se i figli fossero stati i miei”. E invita gli States a cambiare le cose, probabilmente riferendosi allo storico problema dell’eccessiva diffusione delle armi da fuoco. Come lui, a pregare per vittime e parenti sono in molti: da Dwyane Wade, che si definisce prima di tutto un padre, a James Harden, che ha twittato la notizia appena uscita sulle agenzie. E poi c’è Kevin Durant, che ha onorato le vittime con la scritta “Newtown CT” sulle sue scarpe nella partita di ieri sera (VEDI FOTO).
Ma il lutto ha colpito tutti i loro colleghi della palla a spicchi: Baron Davis, Stephen Curry, Pau Gasol, Blake Griffin, Deron Williams, Draymond Green, Mario Chalmers e tanti altri. Tutti uniti dal verbo “pregare” negli immediati momenti del pianto post tragedia. Andrea Bargnani non twitta da novembre, forse perché deluso dalla “tragedia” sportiva dei suoi Raptors (seconda peggior squadra dell’Nba in questo avvio di stagione con 4/19 di record negativo). Ma gli altri due giocatori che portano i nostri colori nel basket che conta, Danilo Gallinari e Marco Belinelli, si sono prontamente uniti al coro di disperazione su Twitter. E tra chi piange per la strage non manca un grande ex giocatore come Magic Johnson.
Gli altri sport non sono però rimasti impassibili. Riportiamo solo qualche esempio particolare, come il grande nuotatore americano Ryan Lochte, tra i primi a scrivere una frase di ricordo. E poi Josh Scobee, kicker dei Jaguars di Jacksonville, che ha pregato per suo figlio, di soli 16 mesi, dopo aver avuto notizia dell’accaduto in Connecticut. E anche un protagonista di uno sport violento come il wrestling, Jordan Burroughs, ha fatto presente la sua tristezza agli oltre 60mila followers.
In un giorno come ieri, che ha visto la morte di così tanti bambini, non potevano non farsi sentire le donne dello sport americano. A partire dalla giovanissima stella del nuoto Missy Franklin, che dopo la preghiera per le vittime ha scritto semplicemente “Deuteronomio 31:8”, cioè il passo della Bibbia che recita quasi un invito alle famiglie dei bambini scomparsi: “Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere d’animo”.
Una delle più forti giocatrici di basket del pianeta, se non La più forte, Candace Parker, ha sottolineato come sia assurdo non poter nemmeno mandare il proprio figlio alla scuola elementare. La nuotatrice Natalie Coughlin, 12 medaglie olimpiche, afferma di pregare dentro di se per le vittime della strage. E come lei anche la ginnasta Nastia Liukin, la giocatrice di calcio Alex Morgan e le campionesse del nuoto paralimpico Jessica Long e Tatyana McFadden. Non poteva mancare, quindi, un tweet di commemorazione anche dall’account ufficiale olimpico americano. Che rappresenta, simbolicamente, lo sport Usa unito in ricordo di un giorno così triste.