Una Bomba che non si disinnesca: tanti auguri Alberto Tomba!

Tomba impegnato nella prima manche dello slalom di Madonna di Campiglio del 17 dicembre 1996 (AP Photo/Armando Trovati)

Tomba impegnato nella prima manche dello slalom di Madonna di Campiglio del 17 dicembre 1996 (AP Photo/Armando Trovati)

Bologna, 19 dicembre 1966. Quarantasei anni fa esatti nasce, in una città che non fa di certo pensare a neve e ghiaccio, il più grande sciatore italiano di sempre – mi dispiace Gustavo, l’allievo ha superato il maestro – e uno tra i più grandi in assoluto, con il solo Stenmark che probabilmente riesce a superarlo: Alberto Tomba.

Tre ori e cinque medaglie olimpiche totali (due argenti), 2 titoli e quattro podi iridati complessivi (due bronzi), 4 coppette di gigante e altrettante di slalom, una Coppa del Mondo assoluta vinta – da dominatore – gareggiando solo nelle prove tecniche per riportare la sfera di cristallo in Italia dopo 20 anni e 50+1 vittorie (oltre alle 50 ufficiali Tomba rivendica da sempre anche il parallelo di Saalbach dell’88 che la Fis reputa valido solo per la Coppa delle Nazioni) in Coppa, terzo all-time dietro agli 86 successi di Stenmark e ai 54 del polivalente Hermann Maier. Impossibile riassumere, anche per sommi capi, in poche righe il suo immenso palmares.

“La Bomba”, come è stato soprannominato, nasce a Castel de’ Britti, una frazione di Bologna. Impara a sciare sull’Appennino, poi prosegue la sua crescita a Cortina e inizia a far parlare di sé a 18 anni appena compiuti, quando al Parallelo di Natale del 1984, disputato sulla collinetta di San Siro, mette in riga tutti gli atleti della squadra A tanto che il giorno dopo la Gazzetta dello Sport titolerà: «Un azzurro della B beffa i grandi del parallelo». Un anno dopo, il 16 dicembre 1985, Tomba fa il suo esordio in Coppa del Mondo. La gara, con il senno di poi, non è casuale: è lo slalom di Madonna di Campiglio, sulla mitica 3Tre, la pista da speciale più bella del mondo che proprio quest’anno ha riabbracciato il circus mondiale 7 anni dopo l’ultima gara targata Giorgio Rocca. La stessa pista che Tomba dominerà per 3 volte, chiudendo al secondo posto in altre quattro occasioni.

A febbraio arrivano i primi punti – sesto partendo con il 62 ad Are – e nel dicembre ’86 il primo podio: secondo nel gigante dell’Alta Badia, che poi vincerà quattro volte, all’interno di uno straordinaria tripletta sulla Gran Risa. Quel giorno, infatti, la vittoria va a Richard Pramotton mentre Oswald Totsch completa il podio tutto tricolore. Il ghiaccio è rotto, da qui in poi è tutto un crescendo. Bronzo ai mondiali di Crans-Montana dell’87 – segnatevi questa località, la ritroveremo più avanti – e quindi il 27 novembre 1987 prima vittoria in Coppa nello slalom del Sestriere. Successo con annessa promessa di bis due giorni dopo nel gigante. Detto, fatto. Bis centrato battendo il suo idolo Stenmark e festeggiando già prima del traguardo. In pieno stile Tomba.
Nove vittorie stagionali gli fanno sfiorare la sfera di cristallo assoluta, sfuggitagli nelle ultime due gare, ma Tomba si consola alle Olimpiadi di Calgary dove entra nella leggenda con un doppio oro: gigante dominato e slalom vinto in rimonta, con la Rai che interrompe la diretta di Sanremo per far vedere la sua seconda manche.

Dopo due anni sottotono, per i suoi livelli, segnati dall’infortunio in SG che lo fa dedicare solo e definitivamente alle due discipline tecniche, La Bomba torna a macinare successi negli anni ’90, ma continuano a sfuggirgli al Coppa generale e il titolo iridato. Poi, però, arriva l’anno magico 1994/1995. Tomba è imbattibile. Partecipa a 16 gare di Coppa del Mondo e ne vince 11, 4 giganti e 7 slalom. Nelle altre cinque occasioni per 4 volte non conclude la gara (gigante della Val d’Isere, la due gare giapponesi di Furano e l’ultimo slalom della stagione) mentre nell’apertura di Tignes chiude quarto. Le finali di Bormio sono l’apoteosi, in cui Alberto solleva – oltre alle ormai abituali coppette di specialità – anche la Coppa di cristallo della generale, dopo averla tanto attesa e sognata. Festeggiando a modo suo (foto).

19 marzo 1995: Alberto Tomba ha vinto la Coppa del Mondo Generale e festeggia così alle finali di Bormio (AP Photo/Alessandro Trovati)

19 marzo 1995: Alberto Tomba ha vinto la Coppa del Mondo Generale e festeggia così alle finali di Bormio (AP Photo/Alessandro Trovati)

L’anno successivo completa lo Slam. Ai mondiali spagnoli di Sierra Nevada – rinviati dal ’95 al ’96 per mancanza di neve – Tomba centra l’oro iridato che gli mancava. E lo conquista a modo suo: con numeri da circo e bissando la vittoria del gigante nello slalom.


Alberto ha vinto ormai tutto quello che c’era da vincere e pensa al ritiro. Non prima, però, di aver disputato i mondiali 1997 al Sestriere, sulla collina dove aveva conquistato il suo primo successo in Coppa. Tomba saluta la rassegna iridata con una strepitosa seconda manche dello slalom in cui, pur febbricitante, rimonta fino ad acciuffare il bronzo. Appende definitivamente gli sci al chiodo il 15 marzo 1998, vincendo la sua ultima gara: lo slalom delle finali di coppa a Crans-Montana, la località svizzera dove 11 anni prima aveva conquistato la sua prima medaglia mondiale.

Chiude con 50+1 vittorie (35 slalom, 15 giganti) e 88 podi totali (26 secondi posti, 15 SL e 11 GS; 12 terzi, 7 SL e 5 GS) in 154 gare di Coppa del Mondo e quell’infinita sala dei trofei citata ad inizio articolo. L’unico capace di vincere per 11 anni consecutivi almeno una gara di Coppa del Mondo. Chiude, soprattutto, lasciando un segno indelebile nello sci e nello sport italiano e mondiale. Campione e personaggio dentro e fuori dalla pista; amato, venerato, capace di far innamorare una nazione di uno sport ma, ogni tanto, anche un po’ guascone, eccessivo e fuori dalle righe e dalle regole. Semplicemente, Alberto Tomba. Tanti auguri, Bomba!

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3 risposte a “Una Bomba che non si disinnesca: tanti auguri Alberto Tomba!

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