I 10 flop dello sport 2012

rossi caduto

Il pilota della Yamaha Valentino Rossi, ex Ducati, in una delle tante cadute della sua pessima stagione 2012 della Moto Gp

Abbiamo visto le migliori foto dell’anno e scovato le cifre più curiose dello sport. Prima di arrivare al “best of”, però, concedeteci un po’ di critica. Per farlo abbiamo stilato una classifica degli esempi, purtroppo indimenticabili, di quello che lo sport ha mostrato di brutto in questo 2012. Protagonisti in negativo, fallimenti totali, pessime figure e chi più ne ha più ne metta. In ordine dal “meno peggio” al più disastroso, ecco la “flop ten” dell’anno che sta finendo secondo Pensieri di Sport.

genoa siena tifosi maglie10) I tifosi del Genoa (Italia, calcio)

Un brutto pomeriggio di sport. Questo è quello che si è vissuto allo Stadio Ferraris di Genova lo scorso 22 aprile. Tanta tensione, ma soprattutto un pessimo spot per il calcio. La partita tra Genoa e Siena è stata sospesa per lungo tempo, con il risultato sul 4 a 0 per i toscani, a causa di un gruppetto di tifosi rossoblù. Queste persone, perché forse tifosi è troppo per loro, hanno imposto ai giocatori di casa di togliersi le maglie perché non meritevoli di indossarle. E i calciatori, con il consenso del folle presidente Enrico Preziosi, hanno eseguito gli “ordini”, nonostante il dissenso delle forze dell’ordine. Qualcosa che non si dovrebbe nemmeno ipotizzare su un campo dove il gioco è l’unica priorità. Diseducativi.

(Photo Espn.com)

(Photo Espn.com)

9) Penn State Scandal (Usa, football)

A gennaio si è spenta un’autentica leggenda del football americano, il coach Joe Paterno, colui che ha vinto più titoli di tutti nella storia della prima divisione del college football. Ebbene, nemmeno lui era perfetto, anzi. Lo scandalo che ha sconvolto l’America è nato dal processo all’ex coordinatore difensivo della Penn State University di Happy Valley, Jerry Sandusky. Processato per aver molestato per anni dei minori, il pedofilo ha rivelato che il capo degli allenatori, all’epoca Paterno appunto, sapeva e ha sempre chiuso un occhio su tali crimini. Cancellate molte sue vittorie, il suo record e con loro, soprattutto, la moralità di uno dei principali sport degli Usa. Immorale.

(Mirco Lazzari/Getty Images Europe)

(Mirco Lazzari/Getty Images Europe)

8) Valentino Rossi (Italia, motociclismo)

La sua firma per la Ducati era stata celebrata come l’evento motociclistico della storia. Forse non si sbagliavano, ma in negativo. Il nove volte campione del mondo, al secondo anno con la casa di Borgo Panigale, ha cercato di stravolgere la moto il più possibile per migliorarne le prestazioni. Niente da fare, anzi, peggio della stagione di esordio. Ora la Yamaha ha pensato di puntare di nuovo su Valentino, che avrà il principale rivale in casa. Quest’anno di Lorenzo ha visto solo la marmitta, ora può tornare a vincere, per dimenticare un 2012 da centauro di Serie B. Delusione.

Silver medalist Roberto Cammarelle of It7) Giudici di Londra 2012

Si sa, in Italia quello della critica all’arbitro è uno sport molto praticato. Ma in questo caso è inevitabile: chi non ricorda gli errori di valutazione dei massimi giudici di gara di questa estate ai Giochi di Londra? Il povero Cammarelle ha subito un autentico furto, quando gli è stato scippato un oro meritatissimo nella finale olimpica contro Joshua. E lo stesso discorso si può fare per le due piccoline della nazionale azzurra, Tania Cagnotto e Vanessa Ferrari: la prima, giunta quarta per soli 20 centesimi, la seconda terza a pari punti con l’avversaria e penalizzata da un voto più basso nell’esecuzione. Arbitri di parte? Chissà… AntiDeCoubertiniani.

6) Galliani & Braida (Italia, calcio)

Prendere un campioncino brasiliano minorenne e pagarlo ben 22 milioni di euro (allora record per un Under 18) può essere rischioso. Se poi Pato, il giovanotto in questione, resta a lungo vittima di infortuni e non esplode, che colpa ne hanno Braida, Galliani e compagnia bella? Semplice: se a gennaio ti offrono 35 milioni di euro, li rifiuti, e a dicembre anche soltanto ipotizzi una sua cessione a 15, beh, i conti non tornano. In più, in estate si lasciano partire Ibra e Thiago Silva, sostituendoli con Pazzini e Acerbi (no, non è una battuta). E l’unico che segna è El Shaarawy, colpo di mercato, sì, ma del 2011. Un anno da dimenticare per la dirigenza del Milan, che oltre al non mercato ha ceduto il tricolore alla Juventus e ora arranca fuori dalla zona Europa. Che poi il Cavaliere non apra il borsello è un altro discorso… Poveri…di idee.

(Thao Nguyen)

(Thao Nguyen)

5) Lance Armstrong (Usa, ciclismo)

Lo scandalo dell’anno, ma non per il campione americano. Chiariamo: se si è dopato non è cosa buona e giusta. Ma a nostro modesto parere la scelta dell’Uci, l’Unione Ciclistica Internazionale, di cancellare le sue sette vittorie al Tour de France è stata a dir poco esagerata. Un applauso ad Armstrong, che ha saputo accettare questa sconfitta ritardata e immotivata, e una lacrima che scende al cospetto del triste, desolante, vuoto nell’Albo d’Oro della Grande Boucle. Vincente perdente.

Stefano Domenicali (Foto Motorsport.com)

Stefano Domenicali (Foto Motorsport.com)

4) Ferrari (Italia, Formula 1)

La squadra è giunta seconda in un Mondiale che andava vinto. Quando hai il miglior pilota al mondo a tua disposizione, arrivi a metà stagione in testa e alla fine perdi per tre punti all’ultima gara, beh, il sorriso è amarissimo. Il problema però è ben più profondo: Alonso con una Panda non può andare come Vettel con una Red Bull che gli mette le ali. Quasi sempre inferiore nelle prestazioni, con tempi sul giro da tartaruga che che lo hanno visto sempre arrancare in qualifica, il povero Fernando ha fatto miracoli in gara, ma non è bastato. E la colpa non è sua, ma di Domenicali e del suo gruppo. I miracoli devono farli loro a Maranello: se non si perfezionano meccanica e aerodinamica, nel 2013 non si va da nessuna parte. Ridicolizzata.

(Getty Images)

(Getty Images)

3) Riccardo Riccò (Italia, ciclismo)

Sbagliare è umano, persevare è diabolico. E Riccardo Riccò ha perseverato. Già squalificato per venti mesi perché positivo al ‘Cera’ nel 2008, il modenese ha fatto il bis. E così nell’aprile scorso si è beccato un calcione nel didietro: 12 anni fuori e carriera finita. Si faceva le trasfusioni a casa, per le quali ha avuto l’anno scorso un blocco renale e un ricovero in condizioni gravi all’ospedale di Pavullo. Doping fai da te, insomma. Ah, dimenticavamo, era un ciclista il nostro Riccardo, uno di quelli che dovrebbero solo sputar sudore in salita senza aiuti esterni. Lui, in questo 2012, è stato l’esempio di cosa non si deve fare per imitare al meglio Coppi e Bartali. Fuori strada…per sempre.

(Ansa)

(Ansa)

2) Federica Pellegrini (Italia, nuoto)

Se per la prima volta dopo 28 anni l’Italia è tornata dalle Olimpiadi senza medaglie nel nuoto indoor, beh, la colpa è anche sua. Anzi, soprattutto sua. Carina, estroversa, amante dei bei colleghi. Ma forse non la migliore dele professioniste. Ha sbagliato la preparazione, è stata gestita male negli allenamenti, sentiva la mancanza del suo coach scomparso. Scuse valide, ma non per chi dovrebbe illuminare le vasche d’acqua con la sua scia ed essere d’esempio per le compagne più giovani. A Londra la Pellegrini è arrivata in finale nei 200 e nei 400 e in entrambi i casi è giunta quinta. Solo quinta. E con tempi pessimi. Inutile aggiungere altro. Disastrosa.

Schwazer_Alex_1) Alex Schwazer (Italia, atletica)

Il marciatore altoatesino dalle sue montagne è caduto davvero in basso. Rappresenta, senza ombra di dubbio, la faccia più triste del 2012. Oro olimpico a Pechino 2008, ha rovinato carriera e immagine con l’onta del doping. Inoltre, come se non bastasse, con il suo scandalo scoppiato il 6 agosto ha distolto lo sguardo degli sportivi italici dai Giochi di Londra, dove molti suoi connazionali si facevano onore con muscoli e fatica. Ha ammesso tutto, certo, ma la sua reputazione è ormai distrutta. Se non ami più la tua vita fatta di allenamenti infiniti, beh, lascia lo sport. Ma non provare a ingannarlo. Marcio.

Gli esclusi. Per non esagerare, come la maggior parte delle classifiche ci siamo fermati a 10. Ma di seguito citiamo, in ordine sparso e senza preferenze di alcun tipo, qualche altro protagonista in negativo dell’anno che finisce. Quelli che seguono sono esempi, purtroppo indimenticabili, di quello che lo sport mostra di brutto.

– Katia Ricciarelli: non è una sportiva (e si vede bene). Ma ha rovinato, almeno in parte, una giornata di sport. Sbagliare l’inno di Mameli mentre sta per iniziare un’epica sfida di rugby tra Italia e All Blacks è un flop con i fiocchi. Per non dire di peggio.

– Andrew Howe: come mangia lui le merendine non c’è nessuno. Ma il suo fisico, forse, ne risente troppo. E così, dopo anni di infortuni, quest’anno ha saltato anche i Giochi di Londra per aver mancato la qualificazione nei 200 metri per soli 11 centesimi. Probabilmente è già finito, a soli 27 anni.

– Italia Femminile di Volley: le nostre ragazze alle Olimpiadi dovevano e potevano fare di meglio. Erano le favorite, o quasi. Una medaglia era l’obiettivo minimo, l’eliminazione contro una modesta Corea è stata una figuraccia colossale. E solo ai quarti di finale.

 – Scandalo calcioscommesse: no, non ce ne siamo dimenticati. Lo citiamo volutamente per ultimo perché è fuori classifica. Di fatto, una delle cose peggiori dello sport in questo 2012, ma ha le sue radici negli anni scorsi. E poi il discorso su responsabilità e colpevoli, squalifiche e graziati, sarebbe troppo lungo. Resta la tristezza per un pallone finito a giocare su sé stesso.

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