Non solo il Papa: la top ten delle dimissioni degli allenatori di calcio

Uno striscione interista a Madrid, la sera della finale di Champions League 2010, rappresentante l'allora tecnico nerazzurro José Mourinho

Uno striscione interista a Madrid, la sera della finale di Champions League 2010, rappresentante l’allora tecnico nerazzurro José Mourinho

Dimissioni. La parola del giorno, se non dell’anno: quelle di Papa Benedetto XVI. La storica decisione di Ratzinger ha creato scalpore nei media e nell’opinione pubblica, perché senza precedenti negli ultimi secoli. Una cosa rarissima, insomma, quasi come le dimissioni degli allenatori nel mondo del calcio. Di solito ci si tiene aggrappati alla panchina fino a che le società non sono costrette a cacciarli. Ma gli esempi di “abbandoni” illustri non mancano. Ecco la nostra speciale classifica dei casi recenti di dimissioni calcistiche.

TOP TEN

10) Marcello Lippi – Una tripletta di Hernan Crespo e un grande Parma travolgono la Juventus 4 a 2 a Torino: è il 7 febbraio del 1999 e l’allora tecnico bianconero decide di lasciare la Vecchia Signora. “Se il problema sono io…” afferma il mister viareggino. Forse lo era, ma Ancelotti, suo sostituto, non vince nulla nei due anni successivi.

9) Jupp Heynckes – Il grande vecchio degli allenatori tedeschi lascia al giovane talento spagnolo. Così si possono riassumere le recenti vicende della panchina del Bayern Monaco: Heynckes a giugno si dimetterà, ritirandosi definitivamente dall’attività, e lascerà il comando dei bavaresi a Pep Guardiola. Dimissioni ma non del tutto, insomma.

8) Cesare Prandelli – Oggi guida gli azzurri, ma nell’estate del 2004 Cesarone è chiamato dalla Roma per prendere le redini della squadra abbandonata da Capello. Eppure l’avventura romana per l’ex Parma dura meno di 2 mesi. Sarà costretto alle dimissioni già il 26 agosto per “seri motivi personali”: la malattia della moglie Manuela è troppo grave per permettergli di allenare. Ma la sorpresa è comunque grande.

7) Ian Crook – “Chi è costui?”, si chiederanno in molti. Eh sì, perché il cinquantenne tecnico inglese è di certo meno noto dei suoi colleghi in classifica. Salito all’onore delle cronache nell’autunno scorso, quando Alex Del Piero ha firmato per il Sidney di cui era allenatore, Mister Ian Crook ha resistito ben poco. Due brutte sconfitte (con uno score di 4 reti a favore e ben 10 contro) e addio alla panchina. “Troppa pressione da quando è arrivato Del Piero”, ha detto alla stampa. Tutto qui?

6) José Mourinho/1 – Il super tecnico portoghese non si è mai fatto grandi problemi a lasciare il posto. Anche se, va detto, con la sua fama e il suo curriculum, non è così difficile poi trovarne ben presto un altro. E così il 20 settembre del 2007 lascia la guida del Chelsea, di comune accordo con la dirigenza, dopo 3 anni di successi e gloria in blues.

5) Pep Guardiola – Il giovane entrenador catalano cresce come tecnico nelle giovanili del Barcellona, per prendere poi il timone della prima squadra blaugrana nel luglio 2008. In 4 anni un bottino impressionante: 3 titoli di Liga, 2 Coppe di Spagna e 3 Supercoppe, 2 Champions, 2 Supercoppe Uefa e 2 Mondiali per Club, senza citare gli onori personali. Il 27 aprile 2012 però, con la squadra fuori dalla corsa per l’Europa e la Spagna, annuncia le dimissioni a fine stagione. Scelta non da tutti.

4) Fabio Capello/1 – Dopo tanti trofei in giro per l’Europa alla guida dei club, il ‘mascellone’ degli allenatori accetta la sfida più difficile: riportare in alto la Nazionale del paese che ha inventato il calcio. Ma fallirà. Fatto fuori agli ottavi del Mondiale sudafricano dalla Germania, si qualifica senza problemi per Euro 2012. Ma l’8 febbraio 2012 rassegna le proprie dimissioni da CT dell’Inghilterra, dopo la decisione della Football Association di togliere la fascia di capitano a Terry per insulti razzisti ad Anton Ferdinand. Se ne va con il record di più alta percentuale di vittorie (66%) tra i tecnici della Nazionale inglese.

3) Roberto Mancini – “A fine stagione rinuncio al mio contratto e abbandono l’Inter e l’Italia”. Con queste parole il Mancio il 20 febbraio del 2008 annuncia che se ne andrà 3 mesi dopo. Fatale la rabbia per l’ennesima sconfitta in Champions League, che qualche giorno dopo si tramuterà in eliminazione, per mano del Liverpool. Poi sembra voler ritrattare, ma a fine anno se ne va davvero, nonostante la vittoria dello Scudetto.

2) Fabio Capello/2 – La sera del 27 maggio 2004 il calcio italiano subisce uno choc. Il tecnico nostrano più importante di allora, Fabio Capello, lascia la Roma dopo 5 anni per passare alla Juventus. Capello, in piena notte, carica l’auto aziendale e fugge. In fretta e furia, per sfuggire all’ira dei tifosi giallorossi. I romanisti non perdoneranno mai il gesto di Capello, che aveva un contratto in scadenza l’anno successivo.

1) José Mourinho/2 – Vincere la Champions League e festeggiare piangendo è piuttosto comune. Ma se le lacrime non sono di gioia, qualcosa non va. E’ successo a Mou il 22 maggio del 2010, quando ha riportato nella Milano nerazzurra la coppa dalle grandi orecchie, per poi ufficializzare subito dopo il suo addio alla squadra di Moratti. Dimissioni da triplete, da vero fenomeno della panchina. Aspettando le prossime dal Real Madrid…

Chiudiamo con due riflessioni in allegria: Ratzinger si è dimesso? Certo, perché il suo superiore non si chiama Maurizio Zamparini, altrimenti l’esonero sarebbe arrivato da un pezzo. E poi la domanda che tutti si pongono: chi sarà il prossimo pontefice? La nostra proposta, in accordo con i Pitura Freska, è per un Papa nero. E quindi, Papa Waigo!

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