
Loris Capirossi posa prima della sua ultima gara in carriera, a Valencia nel 2011, con una tuta celebrativa e il numero 58 sulla carena per onorare Marco Simoncelli, scompaso due settimane prima in Malesia
In tutto il mondo è conosciuto, probabilmente, per tre cifre: 328, 3 e 65. Oggi, però, l’unica che conta è il 40. Quaranta anni fa, il 4 aprile 1973, nasceva Loris Capirossi. Il fatto che il suo compleanno cada nel giorno che precede l’inizio delle prove libere del primo Gran Premio stagionale del Motomondiale è assolutamente appropriato. Lui, più di tutti, infatti, è il Motomondiale, che è stato per 22 stagioni la sua casa (due in 125, sei in 250, quattro in 500 e dieci in MotoGP) e di cui Loris detiene ben tre record assoluti.

Un giovanissimo Loris Capirossi in gara in 125
Il primo e il più conosciuto riguarda, appunto, il numero 328. Tanti sono, infatti, i GP disputati in carriera – impreziositi da 29 vittorie, 99 podi, 41 pole position e 32 giri veloci – dal pilota imolese, più di chiunque altro. Spazzato via il record precedente del brasiliano Alex Barros, fermatosi ad “appena” 276 partenze iridate. Il secondo è un record di precocità. Loris Capirossi è, ancora oggi, il più giovane pilota ad aver mai vinto un titolo iridato. Aveva 17 anni e 165 giorni nel 1990 quando, al suo esordio nel Mondiale, mise subito – e a sorpresa – tutti in riga conquistando il titolo della 125cc grazie a 3 vittorie, altrettanti secondi posti e due terze piazze. Longevità e precocità che si fondono nel terzo record di cui “Capirex”, come è soprannominato Capirossi, è detentore. I 17 anni, 5 mesi e 12 giorni trascorsi tra la sua prima vittoria nel Motomondiale (5 agosto 1990, GP di Gran Bretagna a Donington) e l’ultimo viaggio sul gradino più alto di un podio iridato (23 settembre 2007, GP del Giappone a Motegi) sono infatti il periodo più lungo mai intercorso tra primo e ultimo successo.

Il contatto “incriminato” tra Capirossi (65) e Harada (31) all’ultima curva del GP d’Argentina 1998: Capirex è Campione del Mondo per la terza volta
Ma passiamo agli altri due numeri che hanno segnato la carriera di Capirossi: 3 e 65. Tre come i titoli mondiali vinti da Capirex; oltre a quello già citato del 1990, Loris concesse il bis, sempre in 125, anche l’anno successivo. Stessa moto, stesso team, stesso risultato finale: il titolo iridato. Anche se con un successo ancora maggiore visto che nel 1991 conquistò 5 vittorie , cinque secondi posti, due terzi e cinque pole position. Il terzo iride arriverà nel 1998 in 250, in sella all’Aprilia, al termine di una sfida tutta in famiglia con gli altri piloti ufficiali della casa di Noale, un 19enne Valentino Rossi – all’esordio nella cilindrata – e il giapponese Tetsuya Harada, che si lamenterà del sorpasso decisivo di Capirossi – poi scagionato da ogni responsabilità dai commissari di gara – all’ultima curva dell’ultimo GP. Il pilota del Sol Levante terminò la stagione nella ghiaia, l’italiano festeggiando il Mondiale.
Il 65, invece, è il numero che ha accompagnato Capirossi per gran parte della sua carriera, quello che ormai gli è indissolubilmente legato. Ma che non l’ha accompagnato nella sua ultima gara in carriera. Il 6 novembre 2011, quando all’autodromo Ricardo Tormo di Valencia Capirossi è sceso per l’ultima volta in pista prima di appendere il casco al chiodo, sulla carena della sua Ducati c’era il 58 e non il 65. Un omaggio al collega e amico Marco Simoncelli, tragicamente scomparso due settimane prima nel penultimo GP stagionale.

Loris Capirossi festeggia a Motegi, su Ducati, la sua ultima vittoria in carriera
Quel 65 che, suo malgrado, Capirossi non è mai riuscito a portare al titolo iridato nella classe regina pur essendone uno dei protagonisti principali per oltre un decennio. Nel 2006 la volta che andò più vicino al titolo, conquistando la terza piazza finale – come già successo in 500 nel 2001 –con addirittura più vittorie, tre contro due, di Nicky Hayden che si laureerà Campione del Mondo. Ma non serve un titolo iridato nella classe regina per essere tra i piloti che hanno fatto la storia del Motomondiale. “Basta” aver ridato smalto – e vittorie, i suoi sette successi ottenuti tra il 2003 e il 2007 in MotoGP con la Ducati rimangono anche le uniche firmate da un italiano in sella alla “rossa” di Borgo Panigale dal rientro della casa italiana nel Motomondiale – a un marchio storico, la Ducati appunto, che mancava da qualche tempo dal massimo palcoscenico motoristico. E “basta” aver dato vita ad alcuni tra i duelli più belli degli ultimi anni. Spesso tutti in salsa tricolore e sul circuito di casa, il Mugello, come nel 2000, nel 2003 o addirittura nel 2005, quando Rossi, Biaggi, Capirossi e Melandri chiusero nell’ordine, regalando ai tifosi italiani un ordine d’arrivo tutto azzurro nel GP di casa.Oggi Loris è, per il secondo anno, il responsabile della sicurezza della Dorna (la società che organizza il Motomondiale, nda) e anche colui che cura i rapporti con Bridgestone per fornire ai piloti pneumatici in grado di garantire altissime prestazioni ma anche sempre maggiore sicurezza. Eppure siamo sicuri che tutti lo ricordano in pista, con il suo numero 65 sulla carena a battagliare (e vincere) sui circuiti di tutto il mondo. L’ha fatto 328 volte in carriera, più di chiunque altro, fino alla soglia dei quaranta anni. E oggi, che quaranta anni li festeggia in pista – pur se in un’altra veste – non potevamo non celebrarlo. Tanti auguri, Capirex!