
5 maggio 2002-5 maggio 2013: la Juventus festeggia ancora una volta uno scudetto (foto 2013 LaPresse)
D’ora in poi il 5 maggio non sarà più ricordato per l’ode scritta da Alessandro Manzoni in onore della morte di Napoleone Bonaparte; d’ora in poi il 5 maggio può diventare la festa nazionale della Juventus. Per la seconda volta nella sua storia, infatti, la Vecchia Signora si cuce sulle maglie uno scudetto in questa data. Lo fa nell’undicesimo anniversario di quello che, probabilmente, è il tricolore più bello e inaspettato della sua storia.
Era il 5 maggio 2002 e l’Inter arrivò all’Olimpico, in casa della Lazio, per l’ultima giornata, davanti a tutti. Bastava una vittoria contro una squadra che non aveva più niente da chiedere al campionato per riconquistare, dopo anni luce, uno scudetto inseguito a suon di miliardi. Tifoserie gemellate e tutto lo stadio a tifare compatto per i nerazzurri. Invece no, non bastò nemmeno il doppio vantaggio firmato prima da Di Biagio e poi da Vieri. Karel Poborsky guidò i biancazzurri alla vittoria 4-2, che con la contemporanea vittoria juventina a Udine targata da Del Piero e Trezeguet consegnò sorpasso e scudetto alla Juve mentre l’Inter, scivolata addirittura al terzo posto, rimase incredula e in lacrime. Lo scudetto le era sfuggito ancora e per agguantarlo dovrà attendere Guido Rossi.
Undici anni dopo di acqua sotto i ponti ne è passata tanta eppure il risultato sembra essere lo stesso. Vidal stende il Palermo dal dischetto a dà il via ai festeggiamenti, l’Inter cola a picco sotto i colpi di Cavani, in realtà solo l’ultimo ad affondare il coltello nel cuore di una squadra esanime, e nella prossima stagione con tutta probabilità guarderà l’Europa in televisione, da un comodo divano. Anniversario migliore per gli uomini di Conte non poteva esserci, e non basterà di certo il ricordo della Coppa Italia vinta nel 2010 – il primo dei tre titoli del “triplete” firmato Mourinho – per confortare i tifosi nerazzurri.
In quel 5 maggio 2002 Antonio Conte era in campo – insieme a Gigi Buffon, unico altro reduce – a festeggiare il quarto dei suoi cinque scudetti vinti da giocatore. Oggi festeggia il suo secondo consecutivo da tecnico, arrivando così a ben 7 complessivi. Tutti con la maglia bianconera. Lo fa grazie a una super difesa, visto che per la sesta stagione consecutiva il tricolore sarà cucito sul petto della formazione che ha incassato meno gol (20) di tutte. E se si pensa che la seconda miglior difesa, quella del Napoli, ha incassato 12 reti in più, si capiscono senza difficoltà i motivi del dominio juventino.
Per la Vecchia Signora questo 2012/2013 è anche lo scudetto più “precoce” della sua storia da quando esiste la serie A a girone unico. Le tre gare d’anticipo con cui gli uomini di Conte hanno riconfermato matematicamente lo scudetto sul proprio petto eguagliano quanto fatto nelle stagioni ‘51/’52, ‘57/’58 e ‘59/’60. Frutto delle 26 vittorie stagionali – già superato le 23 dello scorso anno – arrivate anche per merito dei 67 gol segnati: è il secondo attacco del campionato e sarebbe il primo se la Roma, attualmente a 69 marcature, non avesse però conteggiati i 3 gol assegnati “a tavolino” ai giallorossi contro il Cagliari.
Un dominio che, per assurdo, ha i contorni definiti in maniera ancora più netta di quanto si possa pensare. In ogni statistica stagionale, infatti, la Vecchia Signora guarda tutti dall’alto verso il basso: prima per tiri nello specchio della porta (7,4 conclusioni a partita), prima per palle giocate (635,8), prima per passaggi riusciti (71,3), prima per supremazia territoriale (13’28” di media passati in possesso di palla nella metà campo avversaria) e prima anche per pericolosità (69,1%), un indice che misura la produzione offensiva di una formazione. L’unica statistica in cui la Juventus non primeggia è quella del possesso di palla, superata dal Milan per appena 8 secondi a incontro (28’52” contro 28’44”).
E non è finita qui, perché la Juventus continuando a vincere può ancora riscrivere qualche altro record. Vincendo le tre gare restanti, infatti, gli uomini di Conte chiuderebbero a quota 92 punti, record societario cancellando i 91 fatti segnare dalla squadra di Capello nel 2005/2006. Tre vittorie, inoltre, vorrebbero dire certezza matematica di chiudere con almeno 11 punti di vantaggio sulla seconda in classifica. Sarebbe il maggior distacco sulla seconda in un campionato a 20 squadre, sorpassando il Torino 1949-50, ad esclusione dell’Inter 2006/2007, che chiuse sì con 22 punti di distacco sulla più diretta inseguitrice ma beneficiò dei fatti di Calciopoli e di una serie A priva della stessa Juventus – che nell’anno precedente aveva appunto conquistato 91 punti – e in cui Milan, Fiorentina e Lazio subirono diversi punti di penalizzazione. Da oggi, insomma, il 5 maggio può essere ufficialmente ribattezzato festa nazionale juventina.