Il ritiro di Grant & Jason, così uguali e così diversi

Jason Kidd, a sinistra, in marcatura su Grant Hill in uno dei tanti All Star Game in cui i due si sono sfidati. Solo una delle cose in comune tra loro (Photo RockEmApparel)

Jason Kidd, a sinistra, in marcatura su Grant Hill in uno dei tanti All Star Game in cui i due si sono sfidati. Solo una delle cose in comune tra loro (Photo RockEmApparel)

Essere protagonisti in Nba non è da tutti. Se poi si gioca a basket ad alti livelli per vent’anni si può essere definiti grandi giocatori. Lo sono stati Grant Hill e Jason Kidd, i due “giovani quarantenni” che si sono ritirati nei giorni scorsi dalla pallacanestro professionistica americana. Diversi in tante cose, a partire dalle condizioni fisiche. Eppure, al tempo stesso, simili in molte curiosità. Ma una cosa è certa: due campioni del parquet.

Partiamo dal più semplice dei fatti in comune: Co-ROY e si ritirano insieme, Hill 48 ore prima di Kidd. Non così scontato come si potrebbe credere, anzi. Hill e Kidd sono nati a distanza di soli 169 giorni l’uno dall’altro (il primo il 5 ottobre 1972, il secondo il 23 marzo 1973). Insomma, quasi coetanei, si ritirano entrambi a 40 anni esatti. Nel 1995 i due sono stati nominati ROY, cioè Rookie of the Year. Hanno ricevuto infatti a pari merito il premio di miglior rookie (matricola, giocatore al primo anno nella lega). Solo altre due volte questo premio (che si assegna da 60 anni) è stato dato a due giocatori nello stesso anno: Dave Cowens e Geoff Petrie nel 1970, Elton Brand e Steve Francis nel 2000. E in nessuno dei due casi il ritiro è avvenuto contemporaneamente: Cowens ha lasciato nel 1983; Petrie molto prima per un infortunio al ginocchio nel 1976, appena ventottenne; Francis è fuori dal giro Nba dal 2010, ha provato in Cina ma ora sembra aver già smesso; Brand è nella rosa dei Dallas Mavericks 2012/13.

Ma anche l’inizio della loro avventura in Nba, nel 1994, li vide “vicini”. Kidd fu seconda scelta del draft, Hill si piazzò subito dopo di lui, al terzo posto. E non finisce qui, poiché entrambi i giocatori nella loro carriera hanno vestito le canotte di 4 squadre: Kidd con Dallas, Phoenix, New Jersey e New York Knicks; Hill con Detroit, Orlando, Phoenix e Los Angeles Clippers.

E ancora: il miglior risultato di Jason Kidd ai tempi di Berkeley fu la vittoria al secondo round del 1993 contro la Duke University. In quel momento Duke era la favorita per il titolo finale della Ncaa, dato che proveniva da due vittorie di fila nel 1991 e nel 1992. E chi era la stella di Duke in quegli anni? Sì, proprio lui, il nostro Grant Hill.

Sia Hill sia Kidd si sono messi al collo la medaglia d’oro olimpica con i magici quintetti USA: il primo ad Atlanta nel 1996, il secondo prima a Sidney 2000 e poi a Pechino 2008. Non proprio uguali, ma è vero fino a un certo punto, perché anche Hill avrebbe potuto fare la doppietta personale. Come Kidd, anche lui era tra i convocati per Sidney ma poi uno dei suoi tanti, troppi infortuni, lo costrinse a restare a casa.

Entrambi poi hanno scelto di ritirarsi “lefting money on the table”, lasciando ricchi contratti ancora in corso: Kidd avrebbe preso altri 3 milioni di dollari all’anno fino al 2015 dai Knicks, Hill “solo” 2 milioni per la prossima stagione con i Clippers. Hanno ammesso entrambi, insomma, di essere già arrivati al capolinea della loro giovinezza. Non mancano di onestà in questo, come non è mancata loro per tutta la carriera, tanto che entrambi hanno vinto il premio per la sportività in Nba (Nba Sportsmanship Award): Hill ben 3 volte (2005, 2008, 2010), Kidd una sola nel 2012.

Quasi inutile sottolineare infine che, avendo iniziato e finito la carriera insieme, entrambi hanno giocato in Nba per 19 stagioni. Purtroppo per Hill è stata la caviglia malandata e numerosi altri infortuni a penalizzare la sua frequenza di impiego e la sua qualità. Ben 484 partite saltate in carriera, un’infinità se paragonate, per esempio, alle sole 119 di Kidd.

Certo, non vi venga il dubbio di mettere sullo stesso piano le due carriere. Di fatto la caviglia e la sfortuna hanno frenato il talento di Grant Hill, che non ha mai vinto un anello, e anzi mai ha raggiunto le finali. E intanto Jason Kidd dava il meglio di se al basket americano con numeri incredibili. Terzo nella classifica di sempre delle triple doppie con 107 (dietro solo a Oscar Robertson con 181 e a Magic Johnson con 138) e autentico re degli assist (secondo nella storia come totale, quinto come media a partita). Ma appunto, basta una statistica per far capire quale giovane fuoriclasse era Hill: è uno dei 6 giocatori nella storia che nei primi 6 anni di Nba ha tenuto una media di 20-5-5 a partita. Si intendono 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist (personalmente Hill ottenne 21.6, 7.9 e 6.3). Come lui solo Robertson, West, Bird, Jordan e il LeBron James oggi tanto acclamato. Insomma, aveva numeri da predestinato.

E alla fine, in un’intervista a ESPN, Kidd non ha avuto dubbi: “Le prime cose nella mia classifica sono state la vittoria di un campionato con i Mavericks ed esser riuscito a vincere una medaglia d’oro olimpica. Dopo di ciò però probabilmente viene l’aver condiviso con Grant il premio di Rookie of the Year”. Insomma, anche Kidd conosce l’importanza di Grant. Chissà se sa di tutte le loro cose in comune.

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