Dall’inferno al paradiso: intervista esclusiva a Giacomo Sintini – parte 2

Sintini sorridente insieme alla sua famiglia e alla Coppa dello Scudetto 2012/2013 (foto Giacomo Sintini - pagina Facebook ufficiale)

Sintini sorridente insieme alla sua famiglia e alla coppa dello Scudetto 2012/2013 (foto Giacomo Sintini – pagina Facebook ufficiale)

Dopo la prima parte dell’intervista, pubblicata ieri, in cui Jack ci ha raccontato l’incredibile gara5 di finale scudetto e quello che ha significato per lui, oggi il regista dell’Itas Diatec Trento ci parla della lotta contro la malattia, di come è cambiato dopo questa esperienza, della sua Associazione e del futuro.

Sintini e tutta l'Itas Diatec Trento in vista all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia

Sintini e tutta l’Itas Diatec Trento in vista all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia

Pensieri di Sport: Nuovo salto indietro nel tempo, andiamo a poco più di due anni fa. Concludi la stagione, iniziata in Russia al Belgorod, a Forlì. A fine stagione trovi l’accordo per emigrare di nuovo, stavolta con direzione Polonia, allo Jastrzębski Węgiel allenato da “mister Secolo” Lorenzo Bernardi. Poi, però, l’imprevedibile. Ti viene diagnosticato un tumore al sistema linfatico. Come hai preso la notizia e cosa hai pensato?
Giacomo Sintini: «Ovviamente l’ho presa male. Mi aspettavo qualche problemino, perché avevo un po’ di dolori alla schiena, ma di certo non così grande. Credevo che in un mesetto massimo sarei tornato in sesto. Invece no, è arrivata questa diagnosi. Inizialmente ho pensato che fosse tutto finito, ho avuto tanta paura. Poi, però, ho deciso di affrontare la malattia, con l’aiuto della mia famiglia, nella maniera più seria possibile, attingendo a tutte le risorse possibili».

Jack regala la sua maglia al prof. Falini

Jack regalata la sua maglia al prof. Falini

PdS: Dopo di che sei stato protagonista di una lotta lunga e complicata contro la malattia, che ti ha visto anche, tra le varie cose, perdere 21 kg. Ti va di raccontarcela?
GS: «Eh si, è stata davvero una lotta lunga e durissima, complicata ancora di più dalle brutte notizie che arrivavano giorno dopo giorno. Anche perché non è filato tutto liscio, anzi. La chemioterapia è difficile sia da un punto di vista fisico sia psicologico; inoltre le sue scorie e gli effetti collaterali si sommano con l’andare delle sessioni. Con me, inoltre, il primo livello di aggressione alla malattia non ha avuto effetto, per cui ho dovuto prima aumentare il dosaggio della chemioterapia e poi sottopormi al trapianto di midollo osseo. Per fortuna grazie al supporto e al sostegno della mia famiglia, della fede e del mondo della pallavolo siamo riusciti a sconfiggere la malattia e venirne fuori. Si, siamo al plurale, perché l’abbiamo affrontata un po’ tutti insieme».

Il prof. Falini con una donazione dell'Associazione Giacomo Sintini

Il prof. Falini con una donazione dell’Associazione Giacomo Sintini

PdS: Hai vinto la tua partita più importante tanto che, appunto, ad appena un anno di distanza dalla diagnosi hai ottenuto nuovamente l’idoneità agonistica. Immaginiamo, però, che il Jack Sintini post-malattia sia cambiato rispetto a quello precedente. Se è così, in cosa sei cambiato?
GS: «Ovviamente si, sono cambiato e siamo cambiati tutti. Ora sono una persona più consapevole, conosco la malattia e conosco anche la differenza tra il mondo dei malati e quello delle persone sane. Inoltre sono diventato anche una persona più sensibile e che dà meno importanza alle cose banali. Prima, un problema in realtà semplice, magari avrebbe potuto farmi arrabbiare molto. Ora che ho conosciuto la malattia la mia scala di valori è cambiata e riesco a dargli molto meno peso. E poi ora voglio aiutare le persone malate, coloro che stanno vivendo quello che ho vissuto io, e per questo ho creato un’Associazione».

Il logo dell'Associazione Giacomo Sintini

Il logo dell’Associazione Giacomo Sintini

PdS: L’Associazione Giacomo Sintini, che porta il tuo nome e si occupa di sostenere la ricerca scientifica. Ce ne parli?
GS: «L’Associazione è nata dalla volontà mia e di mia moglie di fare del bene e di restituire indietro un po’ dell’aiuto e del sostegno che abbiamo ricevuto durante il periodo della malattia. Gli obiettivi dell’Associazione sono sostanzialmente due: innanzitutto portare un messaggio di speranza a tutti i malati, per fargli capire che si può guarire dalla malattia e si può tornare a una vita piena e normale anche se si fanno attività come la mia, ad altissimo livello e che richiedono un impegno fisico importante; e poi raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica in campo ematologico, vale a dire leucemie, linfomi, neoplasie e altro ancora. Ho avuto ed ho tuttora un punto di riferimento fondamentale come il professor Brunangelo Falini, ricercatore di fame mondiale che ha come base l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, colui che mi ha curato, ed affido tutto i fondi che riesco a raccogliere a lui, perché ha la mia fiducia più completa e so che ne farà buon uso. Ma questo non vuol dire che operiamo solamente in Umbria, anzi, anche se la base del professor Falini è a Perugia cerchiamo di intervenire in più situazioni possibili su tutto il territorio italiano». [Chi volesse saperne di più dell’Associazione Giacomo Sintini può andare sulla pagina Facebook dell’Associazione stessa, dove troverà anche tutti i riferimenti per le donazioni]

Giacomo Sintini a Terni, lo scorso 15 giugno, per uno dei tanti impegni a cui partecipa per la sua Associazione (foto Giacomo Sintini - pagina Facebook ufficiale)

Giacomo Sintini a Terni, lo scorso 15 giugno, per uno dei tanti impegni a cui partecipa per la sua Associazione (foto Giacomo Sintini – pagina Facebook ufficiale)

PdS: Ti spendi tantissimo per l’Associazione e i suoi impegni ti occupano tantissimo tempo.
GS: «Si, è così, e sinceramente è anche piuttosto faticoso. Da quando è caduto l’ultimo pallone della finale scudetto non mi sono mai fermato, sempre in giro per le attività dell’associazione. Ma non mi pesa e non lo faccio volentieri e con il sorriso sul volto. L’importante è far passare il messaggio e credo sia giusto impegnarmi molto in questo periodo per cercare di sfruttare al massimo l’onda lunga della vittoria tricolore, sfruttare la visibilità e tutti gli inviti che ho ricevuto per portare avanti l’attività dell’Associazione. Ho preso appuntamento fino al 23 giugno, fino a quella data continuerò ad avere un’agenda molto fitta. Poi, però, mi sono preso un mesetto di ferie perché ne ho davvero bisogno, anche se mi dispiace aver dovuto rifiutare qualche invito».

Jack insieme a Rapha: Sintini vestirà la maglia di Trento anche nella prossima stagione

Jack insieme a Rapha: Sintini vestirà la maglia di Trento anche nella prossima stagione

PdS: E il futuro pallavolistico di Giacomo Sintini cosa prevede per la stagione 2013/2014? Ci puoi dare qualche anticipazione?
GS: «Resto a Trento. Non c’è alcun dubbio né segreto, resto a Trento. La situazione economica nella pallavolo italiana è complicata, la stessa Trento so che ha alcune difficoltà con degli sponsor minori e potrebbe dover ridurre il budget. Io, però, ho un contratto in essere anche per la prossima stagione, mi sono incontrato con il presidente e abbiamo deciso che entrambi rispetteremo il contratto in essere e le condizioni economiche previste, sia io sia Trento. Non so ancora chi resterà e chi no tra i miei compagni di squadra, ma ho piena fiducia nella società. E poi ho un debito di riconoscenza dei confronti di una società, un ambiente e una tifoseria che mia hanno accolto e sostenuto appena uscito dalla malattia».

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