A volte ritornano. Nello sport come nella vita. Torniamo anche noi e con noi torna Pensieri di Sport. Avevamo detto che saremmo andati in vacanza. Beh, la vacanza è stata un po’ più lunga del previsto. Ma dopo 603 giorni – 14472 ore o, se preferite, 868320 minuti – eccoci di nuovo qua.
Come i grandi ritorni dello sport – da Jordan a Foreman, da Prost a Schumacher, da Borg a Wilander, dalla Navratilova alla Hingis, da Armstrong a Thorpe – le cose non saranno più come prima. Magari migliori, magari peggiori. Nessuno lo sa. Sicuramente noi siamo cambiati ed i nostri nuovi impegni ci costringeranno a scrivere meno. Per cui non aspettatevi una frequenza di aggiornamento pari a quella che avevamo prima della “vacanza”. Ma aspettatevi – questo si – che riprenderemo a parlare di sport con il taglio e la passione di sempre. Cercando nuovi argomenti, nuovi spunti di interesse, nuove ricorrenze e statistiche curiose.
Michael Jordan dopo il suo – primo! – ritiro, avvenuto nel 1993, rientrò due anni più tardi e si infilò tre nuovi anelli. Consecutivi. Ed anche quando rientrò nel 2001, dopo altri tre anni di stop, ne fece vedere delle belle nonostante i 38, and counting, anni di età.
Meno bene andò a Bjorn Borg, che rientrò nel 1991 dopo 8 anni di pausa e fece più folklore che altro. Per restare sempre in ambito tennistico decisamente più successe ha avuto l’immortale Martina Navratilova, tornata nel 2000 dopo 6 anni e vincente – anche se nel doppio e doppio misto – fino alle soglie dei 50 anni. Due ritiri e due rientri, come Jordan, anche per l’ex bambina prodigio svizzera Martina Hingis. Primo stop nel 2003, rientra dopo 3 anni riuscendo a tornare nella top 10, con picco al numero 6 del ranking WTA. Poi si ferma di nuovo a fine 2007. Nel 2013 prova a tornare, stavolta solo in doppio, à la Navratilova. Nel 2014 raggiunge la finale, poi persa, dello US Open in coppia con la nostra Flavia Pennetta mentre ad inizio anno ha messo in bacheca il doppio misto all’Australian Open insieme all’indiano Leander Paes. E poi Kim Clijsters, che dopo quasi due anni di stop tra il 2007 e il 2009, bagnò il rientro conquistando immediatamente gli US Open, a cui partecipò grazie a una wild-card.
Anche la boxe ha i suoi ritorni, più o meno fortunati. Muhammad Ali provò a rientrare nel 1980, due anni dopo l’addio. Ma ormai era solo l’ombra del più grande di sempre. Ben diversa, invece, la sorte di George Foreman. Nel 1977 disse basta, poi rientrò sul ring 10 anni più tardi. Nel 1994, a 45 anni e 9 mesi di età ed a 23 anni dal titolo vinto contro Frazier, riconquistò la corona mondiale.
Lance Armstrong, 7 volte vincitore del Tour de France, è rientrato dopo 36 mesi di stop nel gennaio 2009. Le vicende seguenti, per la verità più extra-sportive che altro, sono purtroppo note a tutti. Ian Thorpe ha provato a tornare nel febbraio 2011 dopo l’annuncio dell’addio del 21 novembre 2006. Ma più che un “Thorpedo” sembrava un piccolo gommone con il motore spompato.
Per Alain Prost lo stop fu di un solo anno, il 1992, e più che altro dovuto alla rottura con la Ferrari e la necessità di trovare un sedile competitivo. Missione compiuta nel 1993, con il francese che conquistò il suo quarto iride e segnò anche il record – tuttora imbattuto – di 7 pole position consecutive prima di appendere il casco al chiodo. Definitivamente. Meno fortuna, invece, per il più grande pilota di sempre: Michael Schumacher. Stop a fine 2006, poi tre anni da consulente prima di rientrare nel 2010 al volante di una Mercedes, “tradendo” Maranello. Ma la sua seconda carriera in F1 fu ben diversa dalla prima, tanto che non conquistò neppure un podio.
La lista potrebbe continuare quasi all’infinito con Pelè, Sacchi, Magic Johnson e tanti altri. Ma il concetto credo si sia capito: rieccoci, siamo tornati. Non sappiamo come sarà, ma speriamo e crediamo sarà un nuovo grande viaggio. Sicuramente diverso dal primo, ma non per questo meno bello e interessante. Bentornato, Pensieri di Sport 2.0.