Un Hall of Famer. Ovviamente, visto che è l’unico uomo nella storia del tennis ad aver completato quello che Sports Illustrated, proprio per lui, ha ribattezzato “Career Super Slam”: vincere tutti i tornei dello Slam, l’oro olimpico e le ATP World Tour Finals. A cui, come ciliegina sulla torta, potete aggiungere anche la Coppa Davis. Tre, per la precisione.
Dei sette atleti nella storia capaci di vincere tutti i 4 tornei nello Slam è stato il primo – a cui poi si sono aggiunti Federer nel 2009 e Nadal nel 2010 – capace di conquistarli su tre diverse superfici. E per quanto riguarda le ciliegine di cui parlavano prima mettetevi seduti con calma perché il momento del dessert sarà lungo. A cominciare dalle 101 settimane da numero 1 del mondo, gli 8 tornei dello Slam (con 7 sconfitte in finale), i 17 titoli Masters Series.
Oggi compie 45 anni uno dei tennisti più forti di sempre. Non il più forte, quello è un titolo che appartiene solo e solamente a Roger Federer, ma di sicuro uno di quelli che più hanno segnato la storia del gioco. Perché Andre Kirk Agassi, nato proprio 45 anni fa a Las Vegas, è molto più dei freddi numeri delle sue statistiche, delle sue sconfitte e delle sue vittorie e del payroll – oltre 31 milioni di dollari di soli premi, per la cronaca – che ha conquistato in venti anni di carriera.
Agassi è tutto quello che lui stesso ha descritto nella sua fortunatissima autobiografia, Open (consigliatissima per gli appassionati del genere, peraltro!): l’uomo che mille volte è caduto – metaforicamente e non solo – ma si è saputo rialzare mille e una volta, tornando sempre sulla cresta del mondo tennistico, come sembrava impossibile a tutti.
Agassi è il bambino di 7 anni costretto dal padre-orco-allenatore ad allenarsi allo sfinimento contro il “Mostro” in uno sport che odia perché Mike – immigrato iraniano di origini armene – ha deciso che il suo pargolo diventerà numero 1 al mondo, dopo che aveva già tentato la stessa strada, con molto meno successo, con i 3 fratelli e sorelle maggiori. Metodi, peraltro, che il padre ancora oggi non rinnega affatto.
Agassi è quello che ha un rapporto di amore-odio e rispetto per tutta la carriera con Pete Sampras, il suo alter-ego “buono”. È quello che, invece, Jim Courier non può proprio vederlo. È quello che ha sconvolto il mondo – del tennis e non solo – con i capelli lunghi, lo smalto, l’orecchino e le mise colorate. Quello che ha mentito all’ATP per evitare la squalifica dopo aver fatto uso di metanfetamine. Ed anche quello del parrucchino, delle fughe dall’accademia Bollettieri e di una vita sempre sotto la lente d’ingrandimento. Amato e osannato, ma spesso anche schernito e dato per finito (molto) prima del tempo.
Andre è quello del matrimonio hollywoodiano – dagli sfarzi mal sopportati – con l’attrice Brooke Shields, un matrimonio sempre sui tabloid e sulle copertine, ma anche quello che alla fine riesce a sposare Steffi Graf, di cui è innamorato – senza conoscerla! – da anni dopo un lungo corteggiamento che definire “atipico” è dire poco, e che ora con lei vive una vita lontana dai riflettori e per certi versi anche lontana dal tennis.
Quel tennis che gli ha regalato 60 titoli ATP e lo ha incoronato come uno degli atleti più importanti della sua storia. Tra amore e odio, tra sconfitte e vittorie. Tanti auguri “rockstar del tennis” (cit. John McEnroe), tanti auguri Andre.