Secondo molti sondaggi e classifiche è stato il più grande giocatore di baseball della storia. Stiamo parlando di George Herman Ruth, a tutti noto come Babe Ruth. In carriera mise insieme un record di 714 fuori campo, che resistette per 39 anni. L’ultimo, il 714esimo home run di vent’anni fenomenali in campo, lo realizzò esattamente 80 anni fa, il 25 maggio del 1935. Si chiuse così, di fatto, la leggenda di Babe Ruth.
Sì, una leggenda. Basti pensare che ancora oggi ha un sito ufficiale visitatissimo. Non solo, ma sono numerose le squadre o le selezioni giovanili, negli Usa e non solo, che hanno preso il nome di Ruth (e c’è anche un campionato a lui intitolato). A distanza di ottant’anni dal suo ritiro, avvenuto il 2 giugno di quel ’35, cioè proprio una settimana dopo quell’ultimo fuori campo, sono oggi centinaia di migliaia i suoi fan su Facebook.
Nato il 6 febbraio del 1895, George Herman fu portato alla ribalta, a soli 19 anni, dal proprietario e manager dei Baltimore Orioles, Jack Dunn. Lo ingaggiò infatti nel 1914 come lanciatore, e lui si guadagnò il posto in squadra con il soprannome “il bambino di Dunn”. Cioè “Dunn’s Babe“. Bambino perché precoce come talento e, al tempo stesso, per il suo atteggiamento da ragazzo. Un “Babe” che non si sarebbe più tolto di dosso, perché già con quel soprannome divenne famoso nel suo esordio da professionista, il 22 aprile del 1914. Quel giorno la sua squadra vinse 6-0 contro i Buffalo Bisons.
Da allora trionfi e gioie furono una costante nella carriera di Ruth, che potè esultare per la vittoria di ben sette World League, di cui tre con i Boston Red Sox e quattro con i New York Yankees. Fu nel suo ultimo anno con i Red Sox che realizzò 29 fuori campo, decretando il nuovo record stagionale per la Major League, che in precedenza era di 27, realizzati però nel lontano 1884. Poi Ruth fu ceduto agli Yankees (da qui partì la leggenda della “Maledizione del Bambino”). Ma continuò a mettere insieme un home run dietro l’altro, fino al record di 60 nella stagione del 1927. Un primato che resistette per 34 anni, fino al 1961, quando Roger Maris ne realizzò 61.
Una storia immortale la sua, anche se Babe Ruth se ne andò per un cancro alla gola nel 1948, a soli 53 anni, e la sua maglia numero 3 fu subito ritirata dagli Yankees. Ma per tutti è rimasto sempre “il Bambino”. Quello che fu uno dei primi 5 giocatori a entrare nella Hall of Fame ma anche quello che una volta disse: “Posso promettere di bere meno e di andare a letto più presto, ma né per cinquantamila dollari e nemmeno per duecentocinquantamila dollari, la farò finita con le donne. Loro mi divertono troppo”.