Tania Cagnotto è d’oro, 40 anni dopo Dibiasi

Italian diver Tania Cagnotto poses with her gold medal during the podium ceremony of the Women's 1m Springboard final diving event at the 2015 FINA World Championships in Kazan on July 28, 2015.  AFP PHOTO / CHRISTOPHE SIMON        (Photo credit should read CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images)

Tania Cagnotto mostra felice l’oro iridato di Kazan (foto Christophe Simon/AFP/Getty Images)

All’ultimo tuffo iridato della carriera, l’alloro – anzi, l’oro – più importante. Quello che nessuna italiana aveva mai vinto prima, quello che – se contiamo anche gli uomini – all’Italia mancava da 40 anni. Da Cali 1975 a Kazan 2015. Da Klaus Dibiasi a Tania Cagnotto.

L’anello di congiunzione è facile: Giorgio Cagnotto. Compagno di vittorie di Dibiasi negli anni ’60 e ’70 e poi padre ed allenatore di Tania. Ma la “piccola” Cagnotto, ormai 30enne, non è più “la figlia di Giorgio”. Un’etichetta che si è levata da un pezzo, diventando la più grande tuffatrice italiana di sempre. Titolo che ha sugellato con l’iride dal trampolino di 1 metro martedì in Russia.

Per Tania un oro che vale anche più di quanto non possa sembrare. Non è “solo” un titolo mondiale. Per lei, salita alla ribalta delle cronache sportive già 15enne a Sidney, è il completamento di una carriera. L’unica medaglia iridata che le mancava dopo 3 argenti e 4 bronzi. La chiusura della serie da 1 metro dopo il bronzo di Shangai 2011 e l’argento di 2 anni fa a Barcellona. Barcellona in cui pianse lacrime amare quando fu costretta ad inchinarsi per appena 10 centesimi alla cinese He Zi. La stessa He Zi che martedì è stata terza, ad oltre 10 punti da Tania, che ha bruciato per 1 punto e 65 centesimi l’altra cinese Shi Tingmao.

Ora per la donna che ha vinto 17 ori europei (25 in tutto le medaglie con 4 argenti e altrettanti bronzi), 4 mondiali giovanili (a cui aggiungere 5 argenti) e 9 europei giovanili (più un argento e 2 bronzi) manca un solo grande obiettivo: la medaglia olimpica. Quella medaglia che insegue e sogna da 15 anni, sfiorata sia a Pechino – quinta dai 3 metri – sia a Londra – doppia medaglia di legno sia nei 3 metri sia nel sincro – quando a farla piangere furono 20 centesimi nella gara individuale.

Ma dopo aver sfatato il tabù mondiale, con la leggerezza di chi ha già deciso che Rio sarà l’ultima grande recita di una carriera irripetibile, Tania può sperare. E sognare. Magari riportando nuovamente l’Italia dei tuffi ai fasti di Dibiasi, che sul podio olimpico c’è salito – peraltro vincendo – tre volte consecutive, nel 1968, 1972 e 1976.

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2 risposte a “Tania Cagnotto è d’oro, 40 anni dopo Dibiasi

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