Doro&Chicco, che giornata per lo sci nordico azzurro!

La festa della staffetta azzurra sul podio di Hochfilzen

La festa della staffetta azzurra sul podio di Hochfilzen

Le donne del biathlon italiano ci stanno prendendo gusto. Dall’inizio di stagione, infatti, stanno riscrivendo uno dopo l’altro i libri dello sport azzurro. A mettere in moto tutto è stata Dorothea Wierer, la donna-copertina della squadra per capacità, palmarès ma anche sex-appeal.

La sua vittoria nell’Individuale di Östersund del 4 dicembre ha infatti riportato una donna azzurra sul gradino più alto del podio della Coppa del Mondo di biathlon dopo 398 gare e quasi 16 anni. Dal 15 gennaio 2000, vittoria di Nathalie Santer nella sprint di Ruhpolding, l’Italia in rosa con la carabina e gli sci da fondo era a secco. E bisogna andare indietro addirittura di 22 anni (sempre Nathalie Santer, a Bad Gastein il 9/12/1993) per ritrovare una vittoria italiana nello stesso format che ha incoronato la 25enne di Rasun-Anterselva in terra svedese.

Ma l’Italia non si è fermata, anzi. Il giorno dopo Federica Sanfilippo, 25enne che fin qui aveva sempre combattuto per ritagliarsi in posto in Coppa del Mondo, ha centrato un inaspettato e clamoroso secondo posto nella sprint, diventando così appena la sesta azzurra nella storia capace di salire sul podio di Coppa del Mondo.

Il detto dice che non c’è due senza tre ed allora ecco che nell’inseguimento del giorno dopo, Doro Wierer ha concesso il bis, chiudendo seconda dopo una grande rimonta dalla 20esima posizione di partenza. Prima volta nella storia con 3 podi consecutivi per l’Italia del biathlon. Ma le donne, si sa, non sanno mai accontentarsi. E lo stesso vale per i libri di storia, sportiva in questo caso. Ci sarà sempre qualche record da ritoccare e qualche tabù da abbattere.

E proprio un tabù è stato sfatato oggi dalle azzurre. Il quartetto composto da Lisa Vittozzi, Karin Oberhofer, Federica Sanfilippo e Dorothea Wierer, infatti, ha conquistato uno strepitoso successo in volata nella staffetta di Hochfilzen. La Germania, che aveva dominato sprint e inseguimento di venerdì e sabato, annichilita e sbigottita quando Wierer negli ultimi metri ha piazzato la zampata vincente. Mai nella storia la staffetta azzurra femminile era salita sul gradino più alto di Coppa del Mondo. E nonostante ultimamente le ragazze italiane ci abbiano abituato bene, con diversi podi anche in occasioni importanti, questo è comunque appena il sesto podio all-time dopo il secondo posto di Pyoengchang 2008, il terzo di Kontiolahti 2010, il terzo di Nove Mesto 2013, il secondo di Oslo 2015 ed il bronzo mondiale di Kontiolahti 2015. Se il buon giorno si vede dal mattino, chissà cosa ci riserverà il resto della stagione.

Ma il biathlon non è stata l’unico settore dello sci nordico che ieri a festeggiato. Anche lo sci di fondo, fratello più blasonato ma negli ultimi anni molto più in difficoltà, ha esultato per una vittoria. La firma, attesa ed in questo caso per nulla sorprendente, ma non per questo meno bella, è quella di Federico “Chicco” Pellegrino.

Pellegrino esulta, è il re di Davos

Pellegrino esulta, è il re di Davos

Il 25enne poliziotto valdostano di Nus, ma trapiantato sempre in Valle d’Aosta a Gressoney-Saint-Jean, si è infatti confermato davanti a tutti a Davos. Sul tracciato del canton Grigioni un anno fa esatto aveva centrato la sua prima vittoria in Coppa del Mondo. Il coronamento di un inseguimento lungo, ma che poi è stato il trampolino di un’annata straordinaria che gli ha fruttato tre successi ed il bronzo mondiale nella team sprint. Ieri Pellegrino si è ripetuto, su quella che è un po’ il suo tracciato preferito: negli ultimi 6 anni, infatti, in 7 sprint in pattinato disputate a Davos Pellegrino ha sempre centrato almeno la semifinale, 5 volte è andato in finale con 3 vittorie ed un terzo posto. «Questo tracciato esalta le mie caratteristiche – ha spiegato il valdostano nelle interviste post-vittoria – e poi qui siamo in altura, a 1600 metri sul livello del mare. Probabilmente l’essere costretti ad allenarci molto in quota in Italia per mancanza di neve, oltre al fatto di abitare ed allenarmi a 1400 metri mi aiutano rispetto ai nordici».

Una vittoria di forza, quella di Chicco. Volata poderosa per risolvere una posizione complicata in semifinale, poi fantastica rimonta in finale dopo essere scivolato a fondo gruppo per evitare il russo Ustiugov caduto davanti a lui. Con questa vittoria Pellegrino arriva a 4 successi in Coppa del Mondo, diventando il terzo uomo azzurro più vincente di sempre in Coppa. Davanti a lui Pietro Piller Cottrer, a quota 6, e Christian Zorzi a 5. Non male in appena 12 mesi.

Con la vittoria in terra elvetica, inoltre, Pellegrino si è anche vestito di rosso, riprendendosi il pettorale di leader della classifica di specialità. Sabato sarà impegnato a Dobbiaco, ancora in una sprint in pattinato. Già due anni fa arrivò in Val Pusteria con il simbolo del primato ma un bastoncino lo tradì. La speranza, ovviamente, è che stavolta la storia prenda un nuovo corso. Potrebbe essere un mattone importante per inseguire quella coppetta sprint che nessun uomo azzurro è mai riuscito a vincere. Ma nell’annata iniziata nel segno dei record, vietato porre limiti allo sci nordico azzurro.

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2 risposte a “Doro&Chicco, che giornata per lo sci nordico azzurro!

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