Parla Pellegrino: dalla Coppa Sprint alle Olimpiadi, passando per la staffetta

Pellegrino Planica

La storia dello sci di fondo azzurro è lunga e piena di successi. Eppure l’azzurro più vincente di sempre in gare individuali di Coppa del Mondo è un ragazzo di appena 25 anni, con un bel pezzo di carriera ancora davanti. Si chiama Federico Pellegrino, poliziotto valdostano di Nus. Di lui e dei suoi successi ne abbiamo già parlato a metà dicembre. Il tempo trascorso è poco, ma i numeri sono totalmente da aggiornare.

Dopo Davos ha vinto ancora e ancora e ancora. Primo a Dobbiaco, poi a Lenzerheide ed ancora una volta a Planica, dove ha concesso il bis centrando il week-end perfetto: prima la vittoria nella gara individuale, poi – da trascinatore – nella team sprint con il collega altoatesino delle Fiamme Oro Dietmar Noeckler. Fanno 7 vittorie individuali in Coppa del Mondo, otto con quella della team sprint. Il tutto in tredici mesi. Mai nessuno come lui. Ed ora la Coppa di specialità sembra un sogno davvero realizzabile. Dopo 6 delle 12 sprint stagionali ha 400 punti contro i 204 del norvegese Fossli ed i 176 del francese Gros, suoi diretti inseguitori. Se riuscisse a portare a casa la Coppa Sprint, Chicco sarebbe il primo non-scandinavo a riuscirci. Dal 1997, anno di introduzione, la coppetta è infatti finita 12 volte nelle mani di atleti norvegesi – incluso lo scorso anno con Finn Hagen Krogh – e 7 in quelle degli svedesi. E basta.

Per lavoro, ho avuto l’occasione ed il piacere di fare una lunga chiacchierata con Federico Pellegrino martedì, al suo ritorno a casa dopo il fine settimana trionfale in Slovenia. Ne sono usciti tre bei pezzi – spero! – ma sono rimaste inevitabilmente fuori tante cose interessanti. Le propongo allora qui: tanta attualità sportiva ma non solo. Anche squarci intriganti della vita di un atleta d’élite.

Impossibile non partire dalla Coppa Sprint. Quali sono gli avversari più pericolosi? «Spero che se proprio deve vincere qualcuno diverso da me, non siano Fossli o Gros. Piuttosto un outsider per la Coppa, magari un Northug o un Krogh che fino ad ora non hanno raccolto abbastanza per provare ad impensierirmi».

Ora arriva il duro per Chicco. Il calendario prevede due sprint in tecnica classica a Drammen e Stoccolma ad inizio febbraio, seguita da quella in tecnica libera di Lahti, in Finlandia. Sono gli ultimi appuntamenti a punteggio pieno prima delle tre sprint con punteggio dimezzato dello Ski Tour Canada. Ma l’appuntamento finlandese è importante anche per un altro motivo. Il prossimo anno proprio Lahti ospiterà la rassegna iridata: «La pista di Lahti purtroppo non mi è mai andata troppo a genio spero che quest’anno abbiano fatto delle modifiche per renderla un po’ più dura, come piace a me, perché il tracciato degli ultimi anni era troppo piatto e troppo insidioso. Alla fine è pur vero che ha sempre vinto il più forte – spiega – ma con tanti giochi di tattica che troppo spesso hanno rovinato i miei piani. Sarà un appuntamento molto importante perché grazie a questa gara devo assolutamente trarre delle indicazioni, che saranno fondamentali per il Mondiale 2017».

Indicazioni per il Mondiale. Si perché Pellegrino prepara anche a casa, con l’ausilio di video, le gare che va ad affrontare: «Non è un caso che quasi tutte le mie vittorie sono arrivate su tracciati in cui avevo già corso. Da una stagione all’altra ho il tempo per studiare e memorizzare bene il tracciato. L’eccezione è stata Planica, dove non si era mai corso. È andata bene perché la settimana prima c’era una gara di Coppa Europa, proprio una sprint in tecnica libera sullo stesso tracciato, e così mi sono fatto mandare dei video dai tecnici della squadra B per cercare di studiare il percorso già da casa. Oltretutto i francesi erano presenti in quella gara di Coppa Europa, che hanno dominato con vittoria di Gros (che sarà secondo dietro Pellegrino nella gara individuale e poi anche nella team sprint con Francia 1, ndr), però forse poi l’hanno pagata nella gara di Coppa del Mondo perché vedendo i video di come avevano corso le fasi finali in Coppa Europa ho potuto adattare la mia tattica ed attaccare in un punto diverso. Lo studio è alla base dei risultati».

Ed ai Mondiali Chicco tiene molto. Le vittorie in Coppa sono belle, ma – l’ha detto a più riprese – secondo lui un vero campione è pesato anche e soprattutto dalle medaglie nei grandi eventi. Grandi eventi in cui, però, il regolamento prevede un’alternanza di tecniche. Visto che a Sochi la sprint individuale è stata a skating, a Pyeongchang sarà in tecnica classica. Per ritrovarla a skating dovrà aspettare il 2022 a Pechino, quando avrà 32 anni. Discorso uguale, ma a tecniche invertite, per la team sprint. Un’alternanza che gli pesa? «Per me è una nuova sfida, uno stimolo per allenarmi e cercare di migliorarmi. Visto che adesso in tecnica libera sono tra i più forti al mondo, vorrei diventarlo anche in alternato. Non è facile, sarà una nuova sfida. L’alternanza delle tecniche mi garantisce comunque sempre una gara, tra sprint e team sprint, nella mia tecnica preferita. Non mi preoccupo più di tanto, anzi mi piacerebbe iniziare a pensare ad un risultato anche in un format diverso, magari presente in tutti i grandi appuntamenti. Non dico quale però…».

Lo dico io allora, la staffetta. In cui Pellegrino ha esordito ai Mondiali dello scorso anno di Falun e che domenica, a Nove Mesto, lo vedrà nuovamente al via: «Esatto, mi piacerebbe molto far parte della staffetta. Ma devo continuare a fare bene e migliorare nelle distance per cercare di essere una delle pedine fondamentali del quartetto italiano, perché nei prossimi anni sicuramente faremo delle belle cose con la staffetta».

Belle prove che sono già iniziate, nonostante questa stagione sia dichiaratamente utilizzata per provare diverse soluzioni in vista di Lahti 2017. Come ad esempio a Lillehammer, quando ad inizio stagione l’Italia si è schierata, a sorpresa, con Pellegrino al lancio in classico (superlativo, unico a rimanere con i norvegesi, ndr) e De Fabiani a chiudere a skating (ottimo anche lui con il terzo tempo di frazione, ndr): «Tutto dipende anche dagli altri membri del quartetto, ogni frazione ha le sue sfumature e per ogni frazione si può ipotizzare una situazione di recupero o vantaggio. Non è facile, siamo nella mani di Chenetti (Giuseppe “Sepp” Chenetti, allenatore responsabile della nazionale italiana di sci di fondo, ndr), che sono sicuramente delle ottime mani per scegliere la composizione dei frazionisti. A noi non resta che adeguarci e menare le gambe».

A menare le gambe lo aiuta sicuramente allenarsi tutto l’anno, da quando si è trasferito da Nus a Gressoney-Saint-Jean, sempre in Valle d’Aosta, per questioni di cuore, con il compagno di nazionale Francesco De Fabiani: «È fondamentale, soprattutto nel periodo estivo. Ci alleniamo insieme tutti i giorni dell’anno ma durante l’inverno i ritmi ed i carichi sono sfalsati in base ai nostri diversi impegni. Ma d’estate è fondamentale perché ti permette di essere sempre concentrato su quello che stai facendo ed ogni allenamento devi quantomeno dimostrare al compagno di stare bene e che vuoi fare bene. Quindi è sempre un cercare di spingersi a vicenda, cercando di andare oltre le proprie possibilità sfruttando il treno dell’altro quando uno dei due va più forte dell’altro».

Torniamo all’attualità. Come vede Pellegrino il resto della stagione? «Sarà dura, non è facile arrivare ad ogni gara come il favorito. Fino ad ora sono riuscito a tenere a bada la pressione ma nelle prossime gare non sarò io il favorito quindi potrò giocare tatticamente in maniera diversa. Devo tenere duro le due gare ad inizio febbraio in tecnica classica, poi con il ritorno delle gare a skating dovrò tornare sul pezzo. Sono fiducioso nei miei mezzi e credo di poter continuare a fare bene».

E più a lungo termine, come si vede? Ad esempio, tra dieci anni: «Una striscia positiva così lunga è difficile – scherza – ma ogni anno cercherò di mettermi degli obiettivi diversi per avere degli stimoli nuovi e cercare di impegnarmi sempre di più nell’allenamento. Lo stimolo giusto per continuare su questo trend credo sia fare del mio meglio ogni anno, e cercare poi superare nell’anno successivo».

Pellegrino è giovane, ma è già da 5 anni in Coppa del Mondo. Le tante gare, i lunghi viaggi ed i tanti allenamenti possono logorare. Ha già ipotizzato quando potrebbe arrivare il momento di appendere gli sci al chiodo? «La cosa più importante è che io mi diverta a fare questo lavoro, anche perché se non ti piace farlo non riesci ad ottenere risultati. Pensando al calendario a lungo termine, c’era Oslo candidata alle Olimpiadi 2022. Purtroppo la candidatura è saltata e se si ripresentasse per il 2026 credo che sarà un po’ dura arrivare fin lì. Ma io so per certo che dalla prossima iniziano tre stagioni molto importanti, con due Mondiali ed una Olimpiade, ed io voglio essere un protagonista di tutti questi grandi appuntamenti».

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