Piccole Cenerentole bussano alle porte del paradiso, ma il loro sogno ad occhi aperti è interrotto alle ultime note del grande ballo. No, oggi non parliamo di fiabe né tantomeno di cartoni animati, ma di calcio. Eppure anche sul rettangolo da gioco le Cenerentole non mancano. Tra ieri e martedì abbiamo visto svanire il sogno per due di loro, sia in Italia sia in Olanda, ma le loro storie meritano comunque di essere raccontate.
Partiamo dall’Italia. Stiamo parlando – ovviamente – dell’Alessandria. L’ultracentenaria formazione piemontese, con all’attivo 13 stagioni in serie A tra gli anni ’30 e ‘60 e 20 in B, dopo aver lanciato tanti campioni, primo fra tutti Gianni Rivera che poi con il Milan vincerà il Pallone d’Oro, nel 2003 era addirittura fallita. La risalita dall’inferno dei “Grigi”, ripartiti dall’Eccellenza, è stata lenta ma continua tanto che oggi militano in Lega Pro, la terza serie nazionale, dove sono attualmente quinti. Ma in Coppa Italia, dove l’Alessandria vantava già una sconfitta in finale nel 1936, la truppa di Gregucci ha saputo riscrivere la storia.
La lunga marcia inizia lo scorso agosto, al primissimo turno eliminatorio: 2-0 come da pronostico all’Alto Vicentino. Poi il primo “upset”, eliminando una squadra di serie B come la Pro Vercelli con una vittoria 2-1. Ma ancora è poco, molto poco in confronto di quello che arriverà dopo. L’1-0 alla Juve Stabia, infatti, spalanca ai Grigi le porte del quarto turno, quello in cui iniziano ad entrare in gioco le formazioni di serie A. L’appuntamento è al Renzo Barbera di Palermo proprio con i rosanero. La truppa di Ballardini è allo sbando, quella di Gregucci no ed ecco allora che l’Alessandria passa per 3 a 2 nonostante la rete del “Mundial” Alberto Gilardino.
Ottavi di finale: ancora una trasferta in casa di una formazione di serie A. Stavolta si va a Genova contro il Genoa. Ed ancora un clamoroso successo firmato dall’ex Marras, cresciuto nelle giovanili rossoblu: gol del vantaggio e assist per il gol partita di Bocalon dopo che Pavoletti in extremis aveva mandato la gara ai supplementari. Per la prima volta dal 1984 una squadra di terza serie è ai quarti di Coppa Italia.
Ed ai quarti i Grigi hanno un po’ di fortuna, più che mai meritata: incrociano lo Spezia, formazione di B – quindi comunque di una categoria superiore – capace di eliminare agli ottavi a sorpresissima la Roma in crisi di Rudi Garcia ai calci di rigore. Il successo sui liguri, ancora una volta in trasferta, passa quasi in silenzio allora, ma è l’ennesima impresa: è semifinale. Una semifinale in cui l’Alessandria si trova opposto al Milan, che ha nella tanto bistrattata Coppa Italia l’occasione migliore per tornare in Europa.
Ma i ragazzi di Gregucci ancora una volta tengono botta: all’andata, giocata a Torino per motivi di capienza, i rossoneri passano solo 1-0. Al ritorno, proprio in quella Scala del Calcio che tra un paio di mesi ospiterà la finale di Champions League, la favola finisce: il Milan vince 5-0 ma l’Alessandria può sorridere uguale. L’impresa resta e non è minimamente sminuita, e poi ci sono i 13mila tifosi che hanno seguito i Grigi fino a San Siro.
Ora ci spostiamo a Noordwijkerhout, cittadina di 15976 persone nei Paesi Bassi, a 5 km dal Mare del Nord. La squadra locale è il VV Sint Bavo, fondata nel 1931 ma sempre militante nei campionati amatoriali. Anche quest’anno che è in Topklasse. Pur essendo la terza serie olandese, infatti, è in tutto e per tutto un campionato fatto da giocatori dilettanti che per mestiere fanno i commessi, i maestri di ginnastica, gli studenti o i fioristi. Un po’ come una nostra serie D o forse, ancora meglio, l’Eccellenza. Ed infatti il Sint Bavo gioca al Sportpark De Boekhorst, un impianto da appena 2500 posti.
Nonostante tutto, però, il Sint Bavo ha sfiorato la finale di Coppa d’Olanda, fermata solo in semifinale, ieri sera, dall’Utrecht – squadra di Eredivisie, la serie A olandese – per 3-0. La corsa del VVSB era partita dai 32esimi con una faticosa vittoria ai rigori in casa del Rijnsburgse. Ai sedicesimi c’è l’Emmen, attualmente sesto in Eerste Divisie (la Serie B olandese), ed il Sint Bavo incredibilmente vince per 3 a 1.
A Noordwijkerhout è già festa grande, ma agli ottavi il Sint Bavo trova i pari categoria del Capelle e vince ancora: 3 a 2 fuori casa. Il pass per le migliori otto è staccato, ora c’è un’appuntamento con un’altra squadra di serie B, il Den Bosch. E fino a 9 minuti dalla fine, stavolta tutto sembra andare come da pronostico. Padroni di casa avanti 2-0 ed in totale controllo. Ma all’improvviso i giallo-viola del Sint Bavo si scatenano e con tre gol in 5 minuti ribaltano tutto: il sigillo che vale la semifinale arriva all’87esimo e porta la firma di Maikey Parami, 21enne commesso ai grandi magazzini. Poi l’Utrecht ha interrotto il sogno, ma come nel caso dell’Alessandria, non ha cancellato una cavalcata che resterà nei libri di storia e nei ricordi di molti.
Probabile che tanti, infatti, quando si parla di Cenerentole, ancora ricordino la cavalcata del Calais nella Coppa di Francia 1999/2000. Dalla quinta serie alla finale allo Stade de France, che due anni prima aveva ospitato la finale mondiale, attraverso una serie di upset clamorosi. E finale persa solo su rigore – peraltro dubbio! – al 90esimo. La Coppa la sollevò il Nantes (anche se Landreu decise di farlo insieme al capitano degli sconfitti), ma 16 anni dopo ci si ricorda solo del Calais.
Francia che, evidentemente, è humus perfetto per le Cenerentole. Nel 2012 è toccato infatti al Quevilly arrivare in finale dalla terza divisione. Già finalista nel 1927 ed in semifinale nel 2010, il Quevilly fa fuori Olympique Marsiglia e Rennes prima di arrendersi al Lione.
Perché anche se alla fine del ballo Cenerentola non trova la sua scarpetta, la storia rimane comunque principesca e il paradiso – anche solo sfiorato – è quasi bello come quello sollevato.