
Nibali festeggia con la maglia Rosa. Saprà riprendersela? (foto Gazzetta.it)
L’edizione numero 99 del Giro d’Italia prende il via oggi pomeriggio, in Olanda, ad Apeldoorn, per il terzo “via” della Corsa Rosa nella terra dei tulipani. Ad aprire le danze un prologo travestito da cronometro individuale, perché con 9,8km di lunghezza supera di poco gli 8 che definiscono per regolamento un prologo. La chiusura il 29 maggio a Torino dopo 21 tappe e 3463,1 chilometri. Vediamo allora i favoriti e le tappe da segnare in rosso sul calendario.
I FAVORITI
Quando si parla dei favoriti del Giro 2016 non ci sono dubbi: quattro uomini davanti a tutti. In contumacia il vincitore 2015 Alberto Contador, gli scomodi panni di favorito della vigilia non possono che appartenere a Vincenzo Nibali. Lo squalo dell’Astana torna sulla strade della Corsa Rosa dopo una doppia campagna di Francia che gli ha regalato una Grande Boucle. Ora proverà a riacciuffare quella maglia Rosa che lui, unico tra i partenti, ha già saputo conquistare.
Il rivale più accreditato del messinese sembra essere il basco Mikel Landa, che dopo aver fatto il gregario di lusso di Fabio Aru lo scorso anno, in questa stagione si è messo in proprio passando al Team Sky. Alla prima da capitano unico dovrà ripagare la fiducia dei britannici, che gli mettono a disposizione una super-squadra, migliorando il terzo posto di 12 mesi fa.
Mezzo passo indietro rispetto a Nibali e Landa ci sono Valverde e Uran. Lo spagnolo del Team Movistar è andato come un treno per tutta la primavera e potrebbe anche accusare un piccolo calo di forma. D’altra parte è corridore completissimo e già capace di andare a podio sia alla Vuelta si al Tour. Certo, un solo successo nei GT in un decennio. E forse un caso non è.
Arriviamo quindi a Rigoberto Uran, il colombiano del Team Cannondale che dopo le piazze d’onore 2013 e 2014 cerca di scalare l’ultimo gradino. Non c’è riuscito lo scorso anno, ci riproverà nel 2016 forte di un’esperienza ormai molto lunga sulle strade italiane.
Questi i quattro super-favoriti e difficilmente sarà qualcuno di diverso a vestire la maglia Rosa a Torino il 29 maggio. Occhio però anche agli outsider che cercheranno di far saltare il banco: Majka e Pozzovivo su tutti ma anche Chaves, Zakarin, Kruijswikjk, Dumoulin e Atapuma.
IL PERCORSO
Tante cronometro, anche se sui generis, tante volate, tante tappe mosse e tanti scollinamenti oltre i 2000 metri. Il disegno del Giro 2016 non tradisce le attese e regala, almeno sulla carta, occasioni un po’ per tutti. Dopo tanti anni tornano in gran numero le volate: sono 7 sulla carta, ma attenzione a fare i conti senza l’oste. Come ormai ci ha abituato, la Corsa Rosa ha sempre il tranello dietro l’angolo ed ogni tappa può regalare emozioni inattese e imprevedibili.
Tante anche le tappe che sembrano una classica più che una tappa di un grande giro. Praia a Mare, Arezzo con lo sterrato, Sestola ed il finale movimentato di Asolo aspettano finisseur e grandi firme. Magari anche Fabian Cancellara che nell’ultimo anno di carriera esordirà al Giro.
Tre, invece, le cronometro. Tutte individuali per oltre 60 chilometri totali. E nessuna banale. Del prologo lungo di Apeldoorn abbiamo detto. Poi arriveranno gli oltre 40 chilometri della “cronometro del Chianti”. La recente tradizione vinicola viene confermata con il tracciato da Radda in Chianti a Greve in Chianti. Non c’è un metro di pianura, tante stradine e continui saliscendi. Una crono da specialisti che può fare grandissimi distacchi. Ma non è finita qui perché mancano ancora all’appello i quasi 11 chilometri di cronoscalata da Castelrotto all’Alpe di Siusi. 2 chilometri di falsopiano, poi arrampicata che rischia di creare voragini.
E tante, lo abbiamo detto, sono anche le salite. Non tanti gli arrivi in salita, solo quattro, e spesso l’ascesa più dura della giornata non sarà nemmeno l’ultima del menù, ma tanta strada per fare la differenza. Con una goduria ma anche un grosso rischio meteorologico: ben 9 i colli oltre i 2000 metri di quota, sperando che la meteo lo permetta.
A Roccaraso le prime scaramucce, come ormai d’abitudine sull’Appennino, poi si tornerà a fare terribilmente sul serio nella tappa con arrivo a Corvara: 210 chilometri, 6 GPM e più di 4800 metri di dislivello. Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau e Valparola in una giornata da non perdere e che precederà la cronoscalata.
Dopo l’imboscata di Fai della Paganella, la strada tornerò all’insù del primo dei due tapponi di fine corsa: 162 chilometri con arrivo a Risoul, in Francia. Solo due salite, ma che salite! Prima il Colle dell’Agnello, Cima Coppi del Giro con i suoi 2744 metri, poi l’ascesa finale, l’arrivo in salita più duro della Corsa Rosa 2016: 12,85 chilometri con pendenze via via sempre più dure fino a toccare la doppia cifra percentuale negli ultimi tremila metri.
Ventiquattro ore più tardi, stessa musica in una tappa quasi interamente in territorio francese: 4 GPM, più di 4mila metri di dislivello e tanto spazio per attaccare. Chi vorrà far saltare il banco potrà farlo fin da subito: tre giganti, tre salite lunghe e dure in stile vecchia scuola, precedono il dente finale. Poi per uno sarà gloria, per gli altri lacrime amare. Magari da versare sulla spalla di Giorgia Palmas, madrina ufficiale del Giro 2016.
Buon Giro a tutti.