Parte l’NBA, tutti a caccia di Cleveland e Golden State

(foto Cavsnation.com)

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Golden State contro Cleveland, atto terzo? Nella notte si alza il sipario sulla stagione 2016/2017 dell’NBA con i Cavaliers che riceveranno I loro anelli, attesi 52 anni, nella gara casalinga con i Knicks che inaugura la nuova stagione. Eppure per una notte LeBron e compagni saranno oscurati: in contemporanea ed a poche centinaia di metri di distanza gli Indians di baseball iniziano le World Series contro i Chicago Cubs in una sfida tra formazioni in lunga astinenza da titolo: agli Indians manca dal 1948, ai Cubs addirittura dal 1908.

Poco male. I Cavaliers si godranno comunque l’anello ed inizieranno la caccia al bis. La rivale, la solita. Si perché praticamente tutti gli addetti ai lavori prevedono una finale replica degli ultimi 2 anni: Golden State contro Cleveland. Potrebbe essere la “bella”, visto che i Warriors hanno vinto 2 anni fa ma a giugno dopo una stagione da record sono stati costretti ad alzare bandiera bianca. E se LeBron e compagni si ripresentano al via sostanzialmente invariati, Golden State ha aggiunto una nuova pedina. E che pedina!

Dietro di loro tante aspiranti alle Finals, che però difficilmente riusciranno a scalzare le due grandi favorite. Partiamo dall’Ovest, come ormai  d’abitudine molto più profondo ed interessante dell’Est. I San Antonio Spurs hanno perso il totem Tim Duncan, ma vogliono provare a sfruttare l’ultimo giro di valzer di Manu Ginobili con un Pau Gasol in più e le chiavi della squadre definitivamente affidate a Kawhi Leonard.

I Clippers di Chris Paul e Blake Griffin vogliono provare a scrollarsi di dosso l’etichetta di incompiuta, mentre i Rockets di James Harden, nel nuovo ruolo di point guard, promettono di divertire con Mike D’Antoni ma vorrebbero anche vincere. Poi c’è la profondissima Utah, tante buone squadre in cerca di esplosione ed un uomo in missione ad Oklahoma City. I Thunder hanno perso Durant, ma hanno trattenuto Russell Westbrook. E lo 0 è pronto a caricarsi sulle spalle i suoi più che mai, alla caccia di una stagione statisticamente da ricordare. Attenterà alla tripla doppia di media, come solo Oscar Robertson fu capace di fare nel 1962? Oppure ad oltre 35 punti a gara? Sarebbe la decima stagione nella storia di questo tipo, ma appena la terza negli ultimi 50 anni dopo Michael Jordan nel 1986/87 e Kobe Bryant nel 2005/2006.

E poi occhio a due squadre che difficilmente saranno in corsa per i play-off ma che stanno costruendo, e bene, con i giovani: i Minnesota Timberwolves hanno trovato in Karl-Anthony Towns un prospetto generazionale, e con lui e Wiggins sono chiamati ad un grande balzo verso quota .500. I decaduti Los Angeles Lakers, invece, nel post-Kobe danno finalmente qualcosa in cui sperare ai propri tifosi. In preseason D’Angelo Russell ha mostrato passi in avanti da gigante, Brandon Ingram sembra già ora un grande pick e se Julius Randle è un po’ fermo nel suo sviluppo, nel settore lunghi fa ben sperare il progetto croato Ivica Zubac.

Ad Est, invece, il ruolo di anti-Cleveland è completamente da assegnare. Miami, perso Wade, si prepara ad un anno di tanking sfrenato o giù di lì. Ed allora in prima fila ci sono i Boston Celtics che ad Isaiah Thomas, esploso nell’ultima stagione, hanno aggiunto in free-agency un pezzo da 90 come Al Horford sotto le plance. Poi c’è Toronto che si ripresenta con il terzetto Lowry-DeRozan-Valanciunas e Detroit basata sull’asse Reggie Jackson-Andre Drummond, anche se Jackson inizierà la stagione in infermeria.

Occhio anche ad Indiana, che di fianco a Paul George ha un Myles Turner in rampa di lancio e Jeff Teague arrivato lo scorso anno in corso d’opera, ed agli Atlanta Hawks, che mollato Teague hanno promosso il tedeschino Schroder in cabina di regia ed hanno preso l’enfant du pays Dwight Howard per sostituire Horford.

Poi due incognite dai grandi nomi: i Knicks che hanno affiancato Derrick Rose e Joakim Noah a Carmelo Anthony ed al sophomore Porzingis, ed i Bulls che hanno riportato a casa Dwyane Wade e aggiunto Rajon Rondo, non risolvendo però evidenti problemi di spaziature.

Poi ci sono i Milwaukee Bucks, che però patiranno la perdita per infortunio di Khris Middleton, ed i 76ers, che dopo anni di tanking sembrano poter riportare Philadelphia ad un prodotto decente grazie al finalmente sano Joel Embiid ed all’arrivo da oltreoceano di Dario Saric.

Il 19 febbraio a New Orleans l’All-Star Game, inizialmente previsto a Charlotte ma spostato dopo le polemiche legate all’approvazione in North Carolina della “bathroom bill”, poi lo spettacolo lascerà spazio alla corsa all’anello. Sarà ancora Golden State contro Cleveland?

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