
Il drop con cui Jonny Wilkinson, 13 anni fa esatti, regalò la Coppa del Mondo all’Inghilterra
Una nazione in lacrime sul più bello, l’altra ad esultare per un risultato mai centrato prima. E nemmeno dopo. 22 novembre 2003, Sydney. Davanti agli 82.957 spettatori dello Stadium Australia va in scena la finale della Coppa del Mondo di rugby.
I Wallabies padroni di casa sono ad un soffio dall’apoteosi, sono ad un soffio dal confermarsi sul tetto del mondo – terzo titolo delle ultime quattro edizioni – e per di più sono ad un soffio dal farlo nell’edizione organizzata proprio in Australia. Sembra una storia da film, ma non hanno fatto ancora i conti con l’Inghilterra e soprattutto con Jonny Wilkinson.
The Kicking Machine, come è soprannominato il mediano d’apertura dei Leoni, ha tutta l’intenzione di guastare la festa agli Aussie. Lo sapevano bene gallesi e francesi, rispettivamente seppelliti dai suoi calci nei quarti, con 23 punti del 28-17 finale, ed in semifinale, quando con 5 piazzati e 3 drop firmò tutti i 24 punti con cui i sudditi di Sua Maestà rispedirono a casa i galletti.
La finale è spettacolare, ad alto tasso tecnico e decisamente vietata ai deboli di cuore. Tuqiri fa subito in meta per i Wallabies, ma tre piazzati di Wilkinson ed una meta di Robinson regalato all’Inghilterra il vantaggio 14-5 a metà gara. Ma i Wallabies erano ben lontani dall’alzare bandiera bianca: tre piazzati di Flately valgono la parità ed i supplementari. Ed all’extra-time riecco Jonny: piazzato per il nuovo +3 inglese, immediatamente emulato però da Flately.
Ma con 99 minuti e 34 secondi sul cronometro, a 26 dalla fine del secondo supplementare, Wilkinson firma la storia e l’immortalità sportiva, sua e dell’Inghilterra, con questo drop.
L’Inghilterra, trascinata da Wilkinson, è Campione del Mondo. Per la prima volta la William Web Ellis Cup finisce nell’emisfero nord, spezzando il dominio di Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. Un’impresa storica e mai più ripetuta, perché dopo il successo inglese la Coppa è tornata esclusiva delle tre superpotenze dell’emisfero sud.
L’8 dicembre 2013 fu addirittura decretata una giornata nazionale di festa in tutta l’Inghilterra, con la squadra che sfilò per le vie di Londra su un bus scoperto in mezzo a mezzo milione di persone prima di essere ricevuta a Downing Street e poi a Buckingham Palace.
Wilkinson fu top scorer di quella Coppa del Mondo e, in una lunga lista di premi, conquistò anche quello di International Player of the Year della Federrugby internazionale. Già decorato a fine 2002 con l’onorificenza di Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 2004 fu poi elevato ad Ufficiale dello stesso Ordine.
Ma tutta, o quasi, la sua leggenda affonda le radici 13 anni fa esatti. Quella Coppa del Mondo e quel drop per risolverla e riscrivere la storia. Come solo i più grandi sanno fare.