Felix Baumgartner: 39 chilometri (e 43 metri) di storia

Felix Baumgartner si è appena lanciato dalla capsula, lo storico volo di 39 chilometri ha inizio (AP Photo/Red Bull Stratos)

Trentanove chilometri di immortalità. O, per essere precisi, 39.043 metri. È l’altezza esatta da cui domenica si è lanciato nel vuoto, in caduta libera, il paracadutista e base jumper austriaco Felix Baumgartner, uno specialista degli sport estremi e delle imprese impossibili. Ma questa, l’atto finale della sua carriera, è stata decisamente la più estrema e impossibile di tutte. Un’impresa difficile da definire con una sola parola, a metà tra la missione scientifica, lo sport estremo e la voglia di riscrivere i limiti umani e spostarli un po’ più in là.

A quattro giorni dal lancio nei cieli di Roswell (New Mexico), del 43enne di Salisburgo e della sua impresa si sa ormai quasi tutto. Sarebbe inutile e ridondante ritornare per l’ennesima volta sui tre record – più uno – battuti (su quattro inizialmente previsti): primo uomo a superare la velocità del suono in caduta libera, senza l’ausilio di alcun tipo di propulsore (ha raggiunto i 1342 km/h, pari a mach 1,24), altezza massima raggiunta da un pallone aerostatico con equipaggio e altezza maggiore di lancio. Unico primato non ritoccato è quello della durata della caduta libera: Baumgartner ha aperto il paracadute dopo 4’19” mentre Joseph Kittinger 52 anni fa aspettò 17 secondi in più. Si, proprio lui, l’ex colonnello dell’aviazione statunitense che ha guidato Felix da terra e che deteneva i primati che l’austriaco gli ha strappato grazie a un lancio, all’interno del programma di ricerca “Excelsior” dell’USAF, da 31.333 metri nel 1960 (raggiunse i 988 km/h di velocità). Poco male, a maggior ragione visto che Baumgartner potrà comunque vantare un quarto record, le visualizzazioni in diretta streaming su Youtube del lancio. I numeri non sono ancora chiarissimi: qualcuno parla di 7.3 milioni di persone, altri addirittura di 8. Di certo, però, c’è che i 7 milioni tondi tondi che seguirono l’insediamento di Barack Obama sono ormai nel cassetto dei ricordi.

Ma più che questi numeri sono altre le cifre, le curiosità e le coincidenze che rendono l’impresa di Baumgartner ancora più speciale. Innanzitutto il costo. Non per essere veniali ma la “Red Bull Stratos” – questo il nome dato alla missione dall’omonima casa di bevande energetiche austriaca, che ha interamente finanziato il progetto – è costata circa 50 milioni di euro. Una cifra esorbitante, ma che non sembra nemmeno eccessiva se si pensa che il progetto è durato più di due anni, e per seguire Baumgartner è stato messo in piedi un team degno della Nasa. Spiccioli, però, per il colosso “che ti mette le ali” – e mai come in questa occasione il ‘claim’ pubblicitario è stato più azzeccato – di Dietrich Mateschitz. Ogni anno, infatti, la Red Bull spende – ma forse sarebbe più corretto dire investe – 1,4 miliardi di euro, pari a un terzo del suo fatturato totale, in sponsorizzazioni. Si parte dai 200 milioni annui dedicati al team di F1, che con Vettel insegue la terza doppietta iridata piloti-costruttori consecutiva, e si prosegue con una serie infinita di sport, atleti e manifestazioni. Con un’attenzione particolare agli sport estremi visto che, appunto, “Red Bull ti mette le ali”.

Non finisce qui. Il lancio di Baumgartner era in programma inizialmente per agosto, ma è stato rinviato all’autunno per via dei danni, non previsti, riportati dalla capsula durante l’atterraggio del secondo salto di prova. Data scelta: 8 ottobre. Ma tre giorni prima, il 5 ottobre, il salto è stato riprogrammato all’alba del 9 a causa del maltempo. Poi ci si è messo il vento, che impediva il corretto gonfiaggio del pallone a elio, ed ecco che il lancio di Felix è così avvenuto solamente domenica 14 ottobre. Il fato ha voluto che si arrivasse alla data esatta del sessantacinquesimo anniversario del giorno in cui Charles Ealwood “Chuck” Yeager divenne il primo uomo a infrangere il muro del suono. Era il 14 ottobre 1947 e Yeager, a bordo dell’aereo a reazione Bell X-1 decollato dalla Muroc Army Air Field (ribattezzata due anni più tardi Edwards Air Force Base), poco distante da Los Angeles, raggiunse a 13.700 metri d’altezza una velocità pari a mach 1,07.

Ma le coincidenze a livello di date non finiscono qui. Baumgartner è infatti nato nel 1969 (il 20 aprile, ndr). Tre mesi più tardi, il 20 luglio 1969, Neil Armstrong diventò il primo uomo a posare il proprio piede sulla Luna. Lo stesso Neil Armstrong scomparso lo scorso 25 agosto. Lo stesso Neil Armstrong che, proprio come Felix Baumgartner, riscrisse i limiti dell’uomo.

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