Andy Murray, UK is back

Andy Murray festeggia la vittoria di Wimbledon su Novak Djokovic al Centre Court (Photo Clive Brunskill/Getty Images)

Andy Murray festeggia la vittoria di Wimbledon su Novak Djokovic al Centre Court (Photo Clive Brunskill/Getty Images)

Più british di così si muore. D’altra parte, parliamo di Wimbledon. Dopo avervi presentato il torneo e raccontato la sua “svolta razziale”, celebriamo il meritato vincitore. La francese Marion Bartoli ha festeggiato a sorpresa tra le donne, ma oggi è il momento di esaltare Andy Murray, trionfatore del torneo maschile.

Gli inglesi si vantano da sempre del loro All England Lawn Tennis & Croquet Club. Il regno del tennis, certo, ma purtroppo per loro erano rimaste solo foto in bianco e nero a testimoniare i trionfi degli uomini di casa. Fu un uomo chiamato Fred Perry l’ultimo ad alzare la coppa a Wimbledon. Oggi noto per il suo marchio di polo e abbigliamento in generale, Perry fu un dominatore del tennis degli anni ’30 e sul prato di casa mise a segno uno storico tris (1934, 1935, 1936).

Tutta l'eleganza di Fred Perry in una partita di Wimbledon 1936, da lui vinto, ultimo tra i britannici fino a ieri (Photo dailymail.co.uk)

Tutta l’eleganza di Fred Perry in una partita di Wimbledon 1936, da lui vinto, ultimo tra i britannici fino a ieri (Photo dailymail.co.uk)

Il 3 luglio del 1936 Fred Perry ebbe la meglio sul tedesco Gottfried von Cramm in soli 3 set (6-1 6-1 6-0). Da allora sono passati ben 77 anni, o se preferite 28128 giorni. Insomma, oltre tre quarti di secolo senza un uomo britannico vittorioso a Wimbledon. Poi arriva uno scozzese e fa la storia.

Andrew Barron Murray, per tutti Andy. Secondo nella classifica Atp, sfida in casa il numero 1 Novak Djokovic. Tornato in finale dopo il duro ko dello scorso anno per mano di Federer, Murray era dato in gran forma, anche se a rischio suicidio in caso di altro crollo sul più bello. Invece la sconfitta del 2012 lo ha reso più forte. Da allora è salito in classifica e soprattutto è diventato grande in campo. Prima la vittoria, sempre sul Centre Court londinese, della medaglia d’oro olimpica. Poi, finalmente, è arrivato il suo primo titolo in uno Slam, agli Us Open.

Davanti a 15000 spettatori, schierati ovviamente dalla parte di Murray, si è giocato per 3 ore con un 6-4, 7-5, 6-4 finale. Tre set, proprio come 77 anni fa con Fred Perry. 36 i colpi vincenti di Murray contro i 31 di Djokovic. Nel secondo set lo scozzese era andato addirittura sotto 4-1, ma ha tirato fuori precisione e continuità rimontando fino a strappare il set a Nole. Nel terzo set il serbo ha tentato di tornare in gara, ma ormai era troppo tardi.

Calmo fino alla fine Murray, consapevole dell’epoca che cambiava. Sul 5-4 del terzo set, al momento del match point, il Centre Court era in fermento. Tutti a sostenere l’idolo locale: “Let’s go Andy”. Tutti, anche il primo ministro britannico, il presidente scozzese e i tanti vip giunti a sud di Londra (da Wayne Rooney a Victoria Beckham). E vittoria è stata, il lieto fine per grandi e piccini.

Chissà se anche Andy Murray, un giorno, sarà famoso in tutto il mondo per una polo con il suo nome. Per ora è famoso per un altro motivo: campione olimpico e di Wimbledon in carica. Con foto a colori, finalmente.

Gianluigi Quinzi festeggia la sua vittoria a Wimbledon tra i più piccoli (Photo Afp)

Gianluigi Quinzi festeggia la sua vittoria a Wimbledon tra i più piccoli (Photo Afp)

In tutto ciò, chiudiamo celebrando un altro campione di Wimbledon, Juniores però. Gianluigi Quinzi, italiano di Porto San Giorgio, nelle Marche. Torneo giovanile vinto senza perdere nemmeno un set e battendo in finale il coreano Chung per 7-5 7-6. Un titolo che all’Italia mancava dal 1987, quando Diego Nargiso prometteva un tennis che non seppe mantenere da grande. Speriamo dunque che in comune i due abbiano solo l’età della vittoria (17 anni) e il fatto di essere mancini.

Perché va bene festeggiare Quinzi, ma senza esagerare. Aspettiamo prima di gridare al prossimo Panatta o, peggio, al nuovo Nadal. Ha vinto tra i giovani, ma per l’Atp è ancora il n. 405 e il coreano finalista è il n. 514. Prima di lui lì hanno vinto Borg e Federer. In bocca al lupo Gianluigi, speriamo tu possa avvicinarti alla loro grandezza.

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