Federerissimamente Federer

Un rovescio tagliato di Federer durante il match contro Wawrinka (AP Photo/Eugene Hoshiko)

I grandi, si sa, riescono a far sembrare semplici, quasi banali, anche le cose più difficili. E al tempo stesso anche a rendere speciali quelle banali. Roger Federer – che è decisamente grande, con tutta probabilità il più grande tennista di sempre – non fa eccezione. Ecco allora che una faticosa ma banale – quantomeno per chi come lui ha vinto tutto e detiene una quantità di record talmente vasta da non conoscerli tutti – vittoria in rimonta (4-6, 7-6 (4), 6-0) sul connazionale Stanislas Wawrinka nei quarti di finale del Masters 1000 di Shangai, diventa un evento storico.

È la vittoria, infatti, che regala al Re la certezza matematica di essere ancora al numero 1 del mondo lunedì prossimo, quando il computer stilerà la classifica Atp aggiornata. Sarà la trecentesima volta. Un record che già gli apparteneva, dopo aver superato le 286 di Pete Sampras (e aver ritoccato anche quello per settimane consecutive, battendo le 160 di Jimmy Connors), ma che con la cifra tonda diventa ancora più impressionante. Un record che vuol dire grandezza, certo, ma anche ineguagliabile longevità e continuità ad altissimo livello. Come potrebbe esserlo chiudere l’anno alla prima posizione del ranking. Non sarà certo facile, ma se Federer dovesse riuscirci eguaglierebbe il record di sei stagioni – anche se in quel caso addirittura consecutive – concluse da Sampras al numero 1 del mondo.

Non potrebbe essere altrimenti per un atleta che con la rimonta su Wawrinka ha festeggiato anche la sua 870esima vittoria sul circuito mondiale. Quinto all-time, agganciando André Agassi, e con un inseguimento ancora da completare a chi lo precede. A partire da John McEnroe, che è cinque vittorie più su e presto sarà scavalcato. Ma a Shangai Federer ha nel mirino altri due record che al momento gli sfuggono: l’elvetico insegue il 22° titolo Masters 1000, grazie al quale si isserebbe solitario in testa alla classifica dei plurivincitori, staccando Nadal con il quale attualmente condivide il record, e soprattutto il successo numero 77 sul circuito, che gli permetterebbe di agganciare “Johnny Mac” al terzo posto dei plurivittoriosi Atp.

Polvere di stelle per colui che detiene il record di vittorie negli Slam (17) e nel Master di fine stagione (6). Povere di stelle per uno dei sette giocatori ad aver vinto tutti i quattro tornei del Grand Slam. Povere di stelle per chi per ben tre volte ne ha vinti tre su quattro in un anno solare, è l’unico nella storia a essersi imposto in tre diversi Slam almeno tre volte (eguagliando il record di 7 vittorie a Wimbledon di Sampras e Renshaw) e ad aver infilato una “cinquina” in due diversi Majors.

Federer detiene anche il record di finali, semifinali (23, il record precedente apparteneva a Ivan Lendl con 10, meno della metà…) e quarti di finale – totali e consecutivi – raggiunte in uno Slam oltre che nei Masters 1000. E potrei andare avanti per giornate intere visto che il 31enne di Basilea, che vinse il suo primo torneo Atp nel 2001 a Milano, ormai è padrone di circa un centinaio di record. Ma non serve elencarli tutti – per chi fosse interessato basta andare su Wikipedia – per capire l’ineguagliabile grandezza di un talento irripetibile.

Un talento che a 31 anni continua a divertirsi, divertire e dipingere poesia con una racchetta in mano, inseguendo, ritoccando e talvolta “creando” record che si ritenevano impensabili. Trecento di queste settimane, Roger.